Una mostra che ci immerge nell’universo della foresta, dove le impressionanti immagini di Salgado sono immerse in un paesaggio sonoro, creato da Jean-Michel Jarre.
SEBASTIÃO SALGADO. Amazônia
Il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea.
Sede del MAXXI è la grande opera architettonica, dalle forme innovative e spettacolari, progettata da Zaha Hadid nel quartiere Flaminio di Roma.
La programmazione delle attività – mostre, workshop, convegni, laboratori, spettacoli, proiezioni, progetti formativi – rispecchia la vocazione del MAXXI ad essere non solo luogo di conservazione ed esposizione del patrimonio ma anche, e soprattutto, un laboratorio di sperimentazione e innovazione culturale, di studio, ricerca e produzione di contenuti estetici del nostro tempo.
Oltre alla cura delle collezioni permanenti il MAXXI propone periodiche mostre temporanee.
Dal 1° ottobre la Galleria 4 del MAXXI ospita la mostra SEBASTIÃO SALGADO. Amazônia.
Sebastião Salgado (1944) è considerato uno dei più grandi fotografi, a livello mondiale, contemporanei.
Nato in Brasile ove si forma come economista e inizia una carriera lavorativa presso l’Organizzazione Mondiale del Caffè.
Ma agli inizi degli anni ’70 si trasferisce in Francia e scopre che quella che era una sua passione giovanile amatoriale può diventare una professione.
Si dedica con impegno alla fotografia diventando presto protagonista nell’ambiente per la sua capacità di documentare i cambiamenti ambientali, economici e politici che condizionano la vita dell’essere umano.
Ha lavorato su molti dei principali conflitti degli ultimi 25 anni, ma la sua opera più famosa rimane probabilmente “La mano dell’uomo”, un colossale progetto sull’uomo e sul lavoro, realizzato in 6 anni attraverso 26 paesi, una delle più importanti opere fotografiche del dopoguerra.
Tra questi, con grande partecipazione emotiva, ha viaggiato nell’Amazzonia brasiliana, fotografando la foresta, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano.
La mostra al MAXXI, in anteprima in Italia con più di 200 opere, ci immerge nell’universo della foresta, riunendo le impressionanti fotografie di Salgado ai suoni concreti della natura.
Il fruscio degli alberi, le grida degli animali, il canto degli uccelli o il fragore dell’acqua che scende dalle cime delle montagne, raccolti in loco, compongono un paesaggio sonoro, creato da Jean-Michel Jarre.
La mostra mette in luce la fragilità di questo ecosistema, dimostrando che nelle aree protette dove vivono le comunità indigene, ancestrali guardiani, la foresta non ha subito quasi alcun danno. Salgado ci invita a vedere, ascoltare e riflettere sulla situazione ecologica e sul rapporto che le persone hanno con essa oggi.