Polanszky è oggi uno dei più rappresentativi artisti della scena viennese. Produce opere che oscillano tra costruzioni materiali e simboli di percezione soggettiva
Rudolf Polanszky
Dal 16 gennaio 2021 la galleria Gagosian presenta i nuovi e recenti dipinti e sculture di Rudolf Polanszky.
Questa è la prima mostra al Gagosian di Parigi del lavoro dell’artista austriaco nato nel 1951
Polanszky è certamente una figura chiave nella scena artistica viennese.
I suoi primi lavori erano influenzati dall’azionismo viennese e riguardavano il corpo e varie attività spiacevoli che spesso invocavano l’inconscio o piuttosto il non conscio.
Ha realizzato dipinti, ad esempio in uno stato tra il sonno e uno stato di risveglio e li ha confrontati con quelli che ha fatto quando è completamente sveglio.
Ha girato film su se stesso che beve e e sulle conseguenze anche fisiche dello stato di ubriachezza.
Dagli anni Novanta ha iniziato nuove ricerche e sperimentazioni nella pittura a tecnica mista con la serie Reconstructions (1991–).
Per realizzare queste sottili composizioni, utilizza materiali industriali di recupero come vetro acrilico, alluminio, pellicola specchiata, resina, silicone e filo metallico, decontestualizzandoli dai loro usi originali e ricombinandoli in forme estetiche.
Il processo di “sintesi ad hoc” di Polanszky produce opere che oscillano tra costruzioni materiali e simboli di percezione soggettiva.
Nella mostra di Parigi le Ricostruzioni incorporano inoltre un foglio di rame inserito tra campi di cartone ondulato bianco e alluminio argenteo.
I sottili fogli di rame scintillante e delicatamente sgualciti aggiungono una dimensione tonale e materica completamente nuova alla superficie di ogni dipinto.
In alcune composizioni, Polanszky combina il rame con la lamina specchiante di tonalità argentea o violacea, che produce un effetto straniante nei visitatori.