Nel 1966 il giovane artista americano Richard Serra ha esposto a Roma in una mostra che ha segnato profondamente la critica e gli artisti italiani.Ora una mostra ne ricorda l’importanza.
Richard Serra: Animal habitats live and stuffed… Roma, La Salita, 1966
Nel panorama culturale di Roma, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma è riuscito nel tempo a ritagliarsi una nicchia nazionale specifica, indipendente e con aspirazioni internazionali.
Fino alla fine del 2017 ha fatto parte del sistema Musei della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è ora gestito dall’Azienda Speciale Palaexpo, agenzia che opera per conto dell’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale.
Dal 21 giugno il Macro ospita la mostra Richard Serra: Animal habitats live and stuffed… Roma, La Salita, 1966, dedicata alla ricostruzione, tramite documenti fotografici e d’archivio, di una mostra leggendaria ma ancora ai più sconosciuta: la prima personale dell’artista Richard Serra, inaugurata a Roma, presso la Galleria La Salita, il 24 maggio 1966.
Nato a san Francisco, California, nel 1938, dopo la laurea Ricard Serra si sposta a Parigi e poi nel 1965 a Firenze.
Durante la sua permanenza in Italia, l’artista inizia una serie di ricerche che mettono in discussione un approccio illusionistico alla rappresentazione pittorica, e scopre l’utilizzo della “griglia” modernista.
È stato allora che ho deciso di fare delle gabbie – racconta al critico Hal Foster – di riempirle di materiali, di usare animali vivi, di fare qualsiasi cosa per sfuggire alla mia formazione…».
Invitato dal gallerista Gian Tomaso Liverani a esporre nel suo spazio romano, Serra vi porta nel maggio del 1966 le sue sperimentazioni più recenti: diciannove pezzi tra gabbie – con animali vivi o impagliati – e assemblaggi di ogni sorta, per sottoporre a verifica le nozioni di illusione e realtà.
Ora, grazie al ritrovamento di materiali d’archivio, è possibile rivivere l’impatto di quella mostra, di riscoprire l’allora giovane artista statunitense in tutta la sua immediatezza e libertà espressiva, qualità che avevano subito colpito la scena artistica italiana di quegli anni.
La mostra, visitata e chiacchierata dai protagonisti emergenti della neoavanguardia italiana, fu oggetto di numerose polemiche, discussioni e anche denunce.
Libertà e audacia dimostrò Serra allora e ora, la mostra al Macro intende offrire al visitatore l’opportunità di rivivere quei momenti e quelle atmosfere.