Schumann l’artista tedesca che attraverso le sue lastre di plexiglass produce scale cromatiche capaci di dialogare con il luogo in cui si collocano
Regine Schumann: Chromasophia
Dep Art Gallery è stata inaugurata a Milano nel 2006 con una mostra di Mario Nigro.
Ilsuo nome, che è acronimo di Distribuzione e Promozione Arte, anche al vocabolo inglese “depart”, partire.
Il percorso compiuto dalla galleria sino a oggi è stato caratterizzato da un programma culturale ampio e variegato, teso a offrire ai collezionisti la possibilità di creare o arricchire una collezione e, soprattutto, tutelarla nel tempo.
Le scelte espositive riguardano sia artisti italiani sia stranieri, con un’attenzione particolare a una serie di autori attivi negli anni Sessanta e Settanta, senza trascurare però le generazioni successive e sempre cercando di alternare e indagare i linguaggi più vari.
La galleria, pur con le limitazioni imposte dalla pandemia di Covid19, ha mantenuta attiva la sua programmazione espositiva, con tutte le cautele necessarie per la sicurezza dei visitatori.
Dal 2 febbraio inaugura la mostra Chromasophia dell’artista tedesca Regine Schumann, nata nel 1961 che vive e lavora a Colonia.
Oltre a diverse commissioni per opere pubbliche, Schumann ha ottenuto numerose sovvenzioni, tra cui la borsa di studio della DAAD per una residenza in Italia nel 1990 e un finanziamento stanziato nel 2000 dallo Stato del Nordreno-Vestfalia per un soggiorno in Giappone.
Viaggi che hanno allargato gli orizzonti della ricerca artistica di Regine.
Per Regine Schumann è fondamentale concepire la scala cromatica in funzione del luogo, delle condizioni di luce e del tempo.
Le opere dell’artista possono quindi essere appese a parete oppure installate all’interno dell’ambiente espositivo per evidenziare, secondo i casi, il loro tessuto cromatico che non è determinato soltanto dai volumi geometrici bensì dalle relazioni che esse instaurano con la luce e l’architettura circostante.
Sono esposte opere realizzate assemblando lastre di plexiglass acrilico per ottenere una molteplicità di sfumature – fugaci o più persistenti – che si originano in base all’interazione tra il primo piano, lo sfondo e il perimetro.