RAFFAELLO SANZIO 500° dalla MORTE 1520 – 2020
Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia
Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520) è certamente uno dei più grandi maestri dell’arte di tutti i tempi: il suo genio ha lasciato un segno indelebile nel Rinascimento italiano e ha condizionato lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli successivi.
La sua vita fu breve e completamente dedicata all’arte; già a 17 anni, dopo essere stato allievo di Perugino, era maestro d’arte e in grado di gestire le prime importanti commissioni, trasformando la sua bottega in una un’impresa con decine di aiutanti, capace di produrre opere di ogni tipo.
Raffaello è morto a Roma il 6 aprile 1520 e i suoi resti riposano al Panteon.
Anche Perugia partecipa alle celebrazioni con una mostra allestita in Palazzo Baldeschi, sede della Fondazione CariPerugia Arte.
La mostra nasce dalla collaborazione tra la Fondazione stessa e l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucchi” di Perugia.
Perugia e Città di Castello rappresentano infatti i luoghi dell’Umbria dove, dal 1500 al 1505 circa, Raffaello ha mosso i primi passi e svolto una parte significativa della sua formazione artistica, iniziata quando il padre Giovanni Santi chiese a Pietro Vannucci di accettare il figlio nella sua bottega per perfezionarsi nell’arte della pittura.
Quiella di Perugia è una mostra a metà tra reale e virtuale.
Raffaello viene infatti proposto in una versione digitale (i visitatori potranno addirittura vederlo mentre discute con suo padre e con il suo maestro Pietro Vannucci, detto il Perugino).
Il tutto accompagnato da riproduzioni digitali tutte le sue opere legate all’Umbria, oggi conservate nei più importanti musei del mondo.
Ma c’è anche la parte “reale”: le opere di grandi maestri che raccontano la sua eredità artistica.
Fiore all’occhiello della mostra sono poi tre prestigiose opere del Rinascimento umbro appartenenti alla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia:
Sono opere realizzate da tre maestri a cui Raffaello si ispira e con i quali si relaziona quando arriva in Umbria: la ‘Madonna col Bambino e due cherubini’ di Perugino, la ‘Madonna con il Bambino e San Giovannino’ di Pinturicchio e il ‘Santo Stefano lapidato’ di Luca Signorelli.
La parte relativa all’eredità di Raffaello intende mostrare come nell’Ottocento Perugia e l’Accademia, furono un vivaio di talentuosi pittori che rielaborano la lezione degli antichi maestri, Perugino e Raffaello prima di tutti, attualizzandone modelli e stile.