Quattro artisti di generazioni e nazionalità diverse propongono quattro diverse idee sul proprio lavoro e sul ruolo dell’arte al tempo si oggi

QUATTRO IDEE. Øystein Aasan, Peter Halley, Jonathan Monk, Maurizio Nannucci

La Galleria Enrico Astuni viene fondata nel 1992 a Fano, Marche, nel 2000 si trasferisce a Pietrasanta in Toscana e nel 2009 apre una sede anche a Bologna.

Sin dal principio l’attività della galleria è orientata a sostenere la ricerca e la produzione artistica, unitamente ad un forte impegno sul territorio in sinergia con le istituzioni pubbliche.

Dal 6 marzo viene proposta una collettiva con quattro artisti di provenienze diverse.

Il titolo della mostra rimanda alle quattro idee differenti, ma in qualche modo vicine, portate avanti dai quattro artisti chiamati ad esprimersi su temi comuni.

Colore, eredità del Modernismo, concetto di paesaggio come spazio da attraversare più che da osservare sono i temi proposti.

Sono temi che potrebbero apparire laterali rispetto alla radicalità delle ricerche degli artisti in questione.

Sono infatti artisti di generazioni e nazionalità differenti, ma, forse per questo, ancora più o interessanti per affrontare da punti di vista inediti una riflessione sul ruolo dell’artista all’interno della società di cui fa parte.

• Øystein Aasan, norcegese nato nel 1977, presenta una scultura che diviene una seduta e un nuovo punto di vista fisico e non solo mentale all’interno del paesaggio creato dalle opere esposte all’interno della galleria.
• Peter Halley, statunitense nato nel 1953, presenta grandi tele che propongono una geometria pittorica inaspettatamente tattile sia per i colori fluo, che per alcune parti a rilievo, realizzate con la tecnica del Roll-a-Tex
• Jonathan Monk, inglese nato nel 1969, è presente con le sue opere concettuali che invitano lo spettatore alla lpercezione del tempo all’interno di un mondo fatto di archivi digitali in cui il passato e il presente si espandono in un unico orizzonte
• Maurizio Nannucci, italiano nato nel 1939, propone istallazioni con scritte al neon che invitano a riflettere non solo sulla natura del linguaggio, ma anche sulle sue possibilità di trasformazione.