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Angelo Tabaro

PADOVA URBS PICTA, patrimonio culturale dell’Umanità

Prestigioso riconoscimento internazionale con l’inserimento nel World Heritage List UNESCO

PADOVA URBS PICTA è un riconoscimento della straordinarietà della presenza di alcune delle eccellenze degli affreschi trecenteschi presenti in città

PADOVA URBS PICTA, patrimonio culturale dell’Umanità

 

Zairon, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
Zairon, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

 

Credo siano veramente poche le città al mondo che possano vantare di essere inserite due volte nel prestigioso elenco dei Beni patrimonio culturale dell’Umanità.

Padova è famosa a livello internazionale anche perché è la Città di Sant’Antonio da Padova, forse il santo più presente in tutte le chiese del mondo.

Ora Padova può aggiungere il primato di essere due volte nell’elenco dei Siti UNESCO, allo storico ORTO BOTANICO entrato nell’elenco dell’UNESCO nel 1997 si è aggiunta, da sabato 24 luglio 2021 anche PADOVA URBS PICTA.

L’orto botanico, uno dei più antichi al mondo, fu istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei “semplici”, cioè di quei medicamenti che provenivano direttamente dalla natura.

L’orto era un’attività dell’Università di Padova e l’interesse nei suoi confronti fu subito notevole anche in considerazione della fama consolidata dell’Ateneo patavino.

L’Orto era continuamente arricchito di piante provenienti da varie parti del mondo, specialmente dai paesi dove la Repubblica di Venezia aveva possedimenti o scambi commerciali.

Proprio per questa ragione Padova ha avuto un posto preminente nell’introduzione e nello studio di molte specie esotiche.

Col nuovo millennio, inoltre, l’Orto Botanico si è ulteriormente arricchito con la realizzazione, adiacente all’orto antico e a due passi dalla Basilica di sant’Antonio, del Giardino della Biodiversità, un nuovo complesso espositivo con 1300 specie di piante inserite in ambienti omogenei per umidità e temperature, che simulano le condizioni climatiche dei biomi del pianeta: dalle aree tropicali alle zone subumide, dalle zone temperate a quelle aride.

Ora è arrivato il nuovo prestigioso riconoscimento dell’eccellenza di Padova nel mondo.

PADOVA URBS PICTA è un riconoscimento della straordinarietà della presenza di alcune delle eccellenze degli affreschi trecenteschi presenti in città.

Questi i passaggi salienti della motivazione della Commissione dell’UNESCO, riunita a Fuzzhou in Cina per inserire Padova Urbs Picta nel World Heritage List:

I cicli affrescati padovani illustrano l’importante scambio di idee che esisteva tra i protagonisti del mondo della scienza, della letteratura e delle arti visive nel clima preumanista di Padova all’inizio del XIV secolo.

Gli artisti hanno mostrato grande abilità nel dare forma visiva a queste idee e le loro capacità tecniche hanno permesso ai cicli affrescati padovani non solo di diventare un modello per gli altri, ma anche di dimostrarsi notevolmente resistenti al passare del tempo.

Il gruppo di artisti in cerca di innovazione, riuniti a Padova, favorì allo stesso tempo uno scambio di idee e un know-how che portò a un nuovo stile nell’affresco.

Questo nuovo stile non solo influenzò Padova per tutto il XIV secolo, ma costituì la base ispiratrice per secoli di lavori di affresco nel Rinascimento italiano e oltre.

Onore, prestigio, attrazione anche turistica per Padova e per gli edifici interessati, ma anche una grande responsabilità per la conservazione e l’integrità del patrimonio da garantire per le generazioni future.

Ricerca e Conservazione, Formazione e Educazione, Comunicazione e Promozione, Fruizione e Valorizzazione, queste sono state le parole chiave che hanno accompagnato la candidatur

Sono otto gli edifici, e complessi monumentali che costituiscono il “sito seriale”:

la Cappella degli Scrovegni,

la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani,

il Palazzo della Ragione,

la Cappella della Reggia Carrarese,

l Battistero della Cattedrale,

la Basilica e il Convento di Sant’Antonio

l’Oratorio di San Giorgio

l’Oratorio di San Michele.

I cicli pittorici inseriti nel sito UNESCO appartengono al periodo d’oro della città, prima della dominazione veneziana, dall’inizio alla fine del XIV secolo, in particolare dal 1302, momento dell’arrivo di Giotto al 1397, anno di realizzazione dell’ultimo ciclo affrescato da Jacopo da Verona nell’Oratorio di San Michele.

Giotto affrescò lo “scrigno architettonico” tra il 1303 e il 1305 su incarico di Enrico degli Scrovegni: la narrazione visiva ricopre interamente le pareti con le storie della Vergine e di Cristo, mentre nella controfacciata è dipinto il Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvazione umana.

L’edificio era originariamente collegato al palazzo di famiglia, fatto erigere dopo il 1300, seguendo il tracciato ellittico dei resti dell’arena romana

Ad affrescare le pareti di questi luoghi, nel corso del XIV secolo, alcuni dei più straordinari artisti dell’epoca: Giotto, Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona.

Per avere una visione completa degli otto luoghi e del loro valore, per il prestigioso riconoscimento, può essere molto interessante la lettura dei “criteri” che hanno guidato e accompagnato la candidatura riportati nel sito:

https://www.padovaurbspicta.org/proposta-di-iscrizione/

Complimenti e un doveroso ringraziamento per il contributo dato al riconoscimento del patrimonio culturale italiano va al Comitato per la candidatura composto da

Comune di Padova (ente capofila)

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali

Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti

Delegazione Pontificia per la Basilica di Sant’Antonio in Padova

Diocesi di Padova

Veneranda Arca di Sant’Antonio

Università degli Studi di Padova.

Auguri di buon lavoro al Comune e a tutti i soggetti interessati alla “gestione” del sito.

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