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Angelo Tabaro

Capitale italiana della cultura 2026 – Manifestazione di interesse entro il 4 luglio 2023

Capitale italiana della cultura 2026 – Presentare manifestazione interesse scritta – entro il 4 luglio 2023

Capitale Italia cultura 2026.  Procedura per 2026 ed analisi effetti sulle città designate.

 

Capitale italiana della cultura 2026 - Presentare manifestazione interesse scritta - entro il 4 luglio 2023.

 

È pubblicato su www.cultura.gov.it il bando per selezionare la Capitale Italia cultura 2026.

Possono candidarsi, presentando manifestazione scritta di interesse entro il 4 luglio 2023, i Comuni, le Città metropolitane e le Unioni di Comuni, che non abbiano concorso alle due precedenti edizioni.

Successivamente, entro il 27 settembre 2023, dovranno trasmettere il dossier, comprensivo di titolo, progetto culturale, referente responsabile, valutazione di sostenibilità economico-finanziaria e obiettivi perseguiti, con i relativi indicatori. Oltre a due sintesi della proposta, una breve e una estesa, corredate da un’immagine esemplificativa ad alta risoluzione, per la comunicazione e la promozione dell’iniziativa da parte del Ministero.

L’istituzione della Giuria, composta da sette esperti del mondo della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, avverrà con decreto ministeriale di concerto con la Conferenza Unificata.

La Giuria selezionerà i 10 progetti finalisti entro il 15 dicembre 2023.

La discussione dei progetti avverrà entro il 14 marzo 2024, pubblicamente e nelle audizioni. Ciascuna finalista avrà a disposizione 30’ per presentare la propria candidatura, seguiti da una sessione di ulteriori trenta minuti per le domande della Giuria.

La conclusione della procedura sarà entro il 29 marzo 2024, termine per la raccomandazione da parte della Giuria al Ministro della candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2026.

Dopo Bergamo e Brescia, Capitale italiana della cultura 2023, il titolo è stato assegnato per il 2024 a Pesaro e per il 2025 ad Agrigento.

In passato sono state designate: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018); Parma (2020-21); Procida (2022).

Ma quali sono stati gli effetti che l’iniziativa ha avuto sulle città che si sono aggiudicate il titolo?

Questo è il tema che il Ministero della cultura ha affidato alla Fondazione Scuola dei Beni e delle attività culturali, incaricata di accendere i riflettori sulle dieci capitali italiane della cultura dal 2015 al 2022.

Capire gli effetti del riconoscimento a queste dieci città può anche servire per avere un’analisi critica sui modelli per il monitoraggio e la valutazione ex post e in itinere dell’iniziativa. Più in generale, delle attività culturali e offrire linee guida alle prossime capitali della cultura e agli operatori del settore.

La Fondazione ha scelto gli ambiti specifici per valutare effettivamente che cosa è successo mediante focus sulla vivacità culturale (eventi), la partecipazione, l’attrattività turistico-culturale, le industrie creative e la governance. Cioè in che modo la Capitale italiana della Cultura ha inciso sulla gestione della cultura nelle città che hanno vinto il titolo.

In particolare, la ricerca si è dedicata a valutare, ad esempio in che modo il programma “Capitale italiana della cultura”:

–          abbia ampliato, diversificato e modificato l’offerta culturale delle città;

–          abbia contribuito alla vivacità culturale;

–          se e come sia stata garantita una migliore accessibilità;

–          se si sia ampliato il pubblico di riferimento;

–          come siano cambiati il posizionamento mediatico e l’attrattività turistica;

–          se effettivamente sia stato possibile costruire occasioni di networking e rafforzamento delle reti territoriali.

I risultati della ricerca dovrebbero essere resi noti fra non molto. Certamente saranno uno stimolo ad un dibattito ampio sugli strumenti messi in atto dal Ministero per far conoscere, promuovere, sostenere e valorizzare la ricchezza culturale materiale e immateriale del nostro paese.

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