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Angelo Tabaro

CAPITALE ITALIANA DEL LIBRO e STATO DELLE BIBLIOTECHE NAZIONALI

Ivrea, Capitale italiana del libro 2022

Ivrea, Capitale italiana del libro 2022. Condizione Biblioteche nazionali in netto peggioramento

Ivrea Capitale italiana del libro 2022

Nel 2020 con legge n.15 sono state approvate “disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura”.

La legge intende favorire e sostenere la lettura quale mezzo per lo sviluppo della conoscenza, la diffusione della cultura, la promozione del progresso civile, sociale ed economico della Nazione, la formazione e il benessere dei cittadini (art1).

La legge prevede l’adozione triennale di un Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura contenente gli obiettivi e le priorità delle azioni programmate per il triennio analiticamente esposti all’art 2 della legge.

Tra le iniziative principali del piano si evidenzia il progetto di Capitale italiana del libro finalizzato a favorire progetti, iniziative e attività per la promozione della lettura proposti da città che presentino la propria candidatura.

Giunta alla sua terza edizione nel 2022 il titolo è stato assegnato alla città di Ivrea, dopo Chiari nel 2020 e Vibo Valentia nel 2021.

Ivrea potrà avvalersi di un contributo di 500.000 € per realizzare le attività e le azioni proposte nella candidatura.

La candidatura di Ivrea si è segnalata per la capacità di mettere in rete le molteplici energie del territorio, di offrirsi alla dimensione internazionale, di proporsi come luogo dove si immagina il futuro del libro e la lettura.

La straordinaria eredità culturale e tecnologica della città viene rivendicata senza nessun orgoglio campanilistico, ma come forza propulsiva del progetto di città Capitale e come ispirazione di una visione che può diventare un modello all’altezza dei nostri tempi. L’attenzione alle nuove dimensioni digitali dell’esperienza culturale rappresenta un ulteriore elemento di forza che sarà messo a disposizione non solo della comunità locale.

Infine, l’attenzione all’attività di comunicazione potrà rendere il titolo di città Capitale del Libro sempre più significativo, contribuendo nell’indicare nella cultura – in particolare nella cultura del libro e della lettura – un elemento di coesione e di condivisione per le nostre comunità alle prese con le ferite della pandemia

Ivrea è stata scelta tra otto città finaliste che avevano superato una prima selezione: Aliano, Barletta, Costa di Rovigo, Ivrea, Nola, Pistoia, Pescara e Pordenone.

È certamente positiva questa attenzione del Ministero della Cultura nei confronti del libro e del ruolo del patrimonio librario dei comuni nella crescita civile e sociale di una comunità.

Purtroppo, tutto questo stride con la scarsa attenzione che invece il Ministero della Cultura ha nei confronti del proprio patrimonio librario e con il progressivo peggioramento delle condizioni delle Biblioteche Nazionali.

Da alcuni anni, infatti, Biblioteche e Archivi statali stanno conoscendo un progressivo e netto peggioramento: riduzioni drastiche di personale, contrazioni di orari per il pubblico addirittura chiusure e trasferimenti di fondi librari.

Un recente articolo sulla rivista Artedossier ha messo il dito sulla piaga.

Biblioteche come la nazionale di Napoli (terza biblioteca per importanza e dimensione tra le statali) in sette anni ha visto il personale calare da 250 a 80 unità, La Biblioteca Nazionale Braidense di Milano è scesa da 145 a 33, di cui 2 soli bibliotecari (nel 2005 erano 32) .

La situazione è diffusa in tutte le biblioteche italiane con l’aggravante della drastica riduzione dei bibliotecari, figure altamente specializzate e indispensabili per la catalogazione e l’ordinamento di importanti fondi librari che derivano da donazioni di alto livello come il fondo di libri antichi collezionati da Umberto Eco e donati alla biblioteca Braidense.

Cala il personale in generale, cala il personale specializzato e si fa ricorso a personale esterno, a volontari o stagisti che non possono certo garantire tutte le attività di conservazione, ricerca e valorizzazione che si richiedono ad una biblioteca nazionale.

Si è arrivati addirittura alla chiusura di biblioteche, come l’universitaria di Pisa, con la parte storica trasferita a Lucca.

Non è certo una bella situazione per cui non sarebbe male se il Ministero della Cultura avviasse una seria riflessione per rimettere in moto le eccellenze del patrimonio librario rappresentato dal sistema della Biblioteche di sua diretta competenza.

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