Propaganda. The Art of Political Indoctrination

- DATA INIZIO: 25/09/2022

- DATA FINE: 16/10/2022

- LUOGO: Fondazione Cirulli Factory

- INDIRIZZO: Via Emilia 275, San Lazzaro di Savena (BO)

- TEL: 051 6288300

  • a cura di Fondazione Cirulli
  • design curator Nicola Lucchi
  • Fondazione Cirulli Factory
  • 25 settembre – 16 ottobre 2022

 

COMUNICATO STAMPA

 

FOTOCOLLAGE RAM (Ruggero Alfredo Michahelles) Italien (1930 c.) 100 x 70 cm stampa litografica a colori ESPOSIZIONI: 2006, Forte dei Marmi (LU), “L’estate incantata”, a cura di A. Paolucci, A.V. Laghi, ill. in cat. pag. 73
FOTOCOLLAGE RAM (Ruggero Alfredo Michahelles) Italien (1930 c.) 100 x 70 cm stampa litografica a colori ESPOSIZIONI: 2006, Forte dei Marmi (LU), “L’estate incantata”, a cura di A. Paolucci, A.V. Laghi, ill. in cat. pag. 73

 

Fondazione Cirulli è lieta di annunciare l’apertura della nuova mostra documentaria
Propaganda. The Art of Political Indoctrination.
La mostra prende in esame i meccanismi della propaganda attraverso la lente della politica
italiana del XX secolo. Il focus è sugli anni compresi tra il 1922 e il 1943 che costituiscono
l’epoca più controversa e drammatica della storia italiana moderna.
L’esposizione vuole contestualizzare storicamente questo materiale e sollecitare una riflessione
sulle linee di demarcazione tra il fascino visivo delle immagini e la sottesa ideologia totalitaria
fallimentare.
Particolare attenzione è dedicata a documenti, grafica pubblicitaria e opere d’arte del
Ventennio a cui fa seguito una serie di opere ai margini di questo periodo storico e si conclude
con una sezione dedicata alla ricostruzione e alle elezioni del 1948.
Già presentata a Casa Italiana Zerilli-Marimò di New York University nel marzo 2020,
Fondazione Cirulli propone la mostra nello spazio underground della ex factory Dino Gavina.
Il percorso espositivo si sviluppa in 5 sezioni tematiche:

BURATTINAIO O BURATTINO?
Raccogliere consensi attorno alla figura di un forte leader è una strategia tipica della
propaganda totalitaria. In Italia, tra le due guerre mondiali, questo culto della personalità di
focalizzò sul “Duce” Benito Mussolini, uomo-forte per antonomasia, fondatore del partito fascista
italiano e primo ministro tra il 1922 e il 1943. Mussolini, un abile oratore con notevoli doti
istrioniche, costruì la propria immagine pubblica facendo leva sui suoi lineamenti fisiognomici al
limite della caricatura, su una serie di motti memorabili, e sulle sue presunte imprese temerarie.
La macchina propagandistica del regime fascista fece ampio uso dei mass media e delle
tecniche di riproduzione di massa, trasformando il ritratto di Mussolini in un’immagine
onnipresente sui cartelloni pubblicitari e nei giornali. Le frasi ad effetto che Mussolini
pronunciava nei suoi discorsi venivano riprodotte sulle pareti degli edifici pubblici, mentre le
adunate a sostegno del regime prevedevano spesso la costruzione di scenografie architettoniche
effimere, erette in suo onore. Questa abbondanza iconografica e semantica certamente
contribuì ad aumentare la percezione del potere di Mussolini; di contro, l’immagine coordinata
del grande burattinaio d’Italia rivela anche come la figura del Duce funzionasse a sua volta
come una marionetta, soggetta alle regole che governano le mascotte commerciali di successo,
le celebrità e gli slogan pubblicitari.

PRIMA E DOPO IL FASCISMO
La propaganda politica non è appannaggio esclusivo dei regimi totalitari: le forze democratiche
sono egualmente in grado di sviluppare un efficace indottrinamento politico attraverso narrazioni
accattivanti. Molti dei messaggi politici proposti dalle ideologie liberali e democratiche si
fondano sulle stesse tecniche retoriche utilizzate dai burocrati di regime e dagli esperti di
marketing: appelli drammatici su temi di grande carica emotiva, uso di frasi brevi e memorabili,
derisione dell’avversario, presentazione selettiva di informazioni, ricorso a immagini forti e
paradigmatiche.
I decenni che precedettero e seguirono il regime fascista furono epoche turbolente: Il Regno
d’Italia, una monarchia costituzionale a capo di una società ancora largamente agricola, passò
i primi due decenni del ventesimo secolo alle prese con le forze dirompenti
dell’industrializzazione, lo sviluppo della politica di massa e l’ascesa delle ideologie socialiste.
Per contro, la giovane Repubblica Italiana nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale
affrontò le sfide di una ricostruzione economica di massa e la necessità di promuovere una
riconciliazione sociale, il tutto nel teso clima ideologico della guerra fredda. La propaganda di
queste epoche presenta una serie di ulteriori sfumature che permettono di capire come le forze
politiche, ieri come oggi, guadagnino il consenso delle masse.

POLITICA E AFFARI
Il governo fascista ebbe un ruolo chiave nello sviluppo dell’economia italiana degli anni Venti e
Trenta. La dottrina fondata sul corporativismo, sostituitasi al libero sindacato, influenzò i rapporti
di lavoro nelle grandi fabbriche, mentre l’intervento statale in settori strategici dell’economia
comportò frequenti interazioni tra le imprese private e i burocrati del governo. Non è dunque
una sorpresa il fatto che molte aziende italiane giunsero a compromessi con il regime, nella
speranza di ottenere favori politici. In aggiunta, vista la popolarità del fascismo presso la
piccola borghesia e la nascente “società dei consumi”, i riferimenti a Mussolini, ai motti e ai
simboli del regime divennero un importante stratagemma nella promozione di prodotti destinati
al consumo.
Il risultato di queste sinergie è che la veste grafica delle pubblicità commerciali dell’epoca rivela
notevoli continuità con la propaganda politica coeva. Le parole che si ritrovano nelle campagne
pubblicitarie si allineano alla retorica populista del regime, abbinando la promozione di un
prodotto a frasi che evocano la memoria delle politiche e dei protagonisti del fascismo.

IL CONTROLLO DELLA VITA QUOTIDIANA
Indipendentemente dall’età e dal genere, ogni persona aveva un ruolo da ricoprire all’interno
del “laboratorio” bio-politico del regime fascista. L’ideologia del fascismo doveva penetrare ogni
aspetto della vita privata e pubblica, dalla culla al pensionamento. Tra le strategie adottate dal
regime per ritagliarsi uno spazio nella vita quotidiana dei cittadini italiani vi erano lo sviluppo di
organizzazioni giovanili di carattere militaresco, campagne a favore della natalità,
manifestazioni a favore delle conquiste coloniali, espansione dell’edilizia popolare e di grandi
infrastrutture. A seconda del pubblico di riferimento, i propagandisti incaricati di promuovere
queste iniziative adottavano stili molto differenti: il ricorso a fotomontaggi avanguardisti si
alternava a iconografie imperiali di gusto classicheggiante. A rafforzare questo controllo sulla
vita quotidiana vi era inoltre una moltitudine di propaganda “soft”, costituita da gare atletiche
sponsorizzate dallo stato, concorsi artistici, e commissioni pubbliche per la realizzazione di
monumenti e opere d’arte nell’edilizia del regime. Queste iniziative attiravano una miriade di
atleti, artisti e intellettuali nell’orbita del fascismo, favorendo al contempo la percezione che il

regime promuovesse una libera creatività. Infine, il governo fascista pubblicizzava il proprio
operato attraverso una serie ininterrotta di mostre e fiere, destinazione prescelta per le gite fuori
porta organizzate dai circoli ricreativi “dopolavoro” controllati dal regime. Alla fine degli anni
Trenta, un’intera generazioni di giovani italiani era di fatto cresciuta sotto il costante influsso
della propaganda e degli organi di regime.

AL DI LÀ DEI CONFINI NAZIONALI
La macchina propagandistica di uno stato totalitario non si limita a prendere di mira i propri
cittadini; al contrario, tenta frequentemente di esibire le proprie conquiste e ideologie su scala
globale. L’Italia fascista non era indifferente al teatro politico internazionale e coltivava
attentamente la propria immagine all’estero attraverso iniziative accattivanti che potessero
rappresentare la cultura e la potenza militare-industriale dello stato, come mostre d’arte itineranti
e trasvolate aeree intercontinentali. Gli sforzi propagandistici del regime fascista si rivolgevano
spesso agli Stati Uniti, sia per incoraggiare buone relazioni diplomatiche tra i due paesi, sia per
avvicinare la grande comunità di emigrati italiani alle politiche del regime.
L’ultimo tentativo fascista di raggiungere un pubblico internazionale fu l’Esposizione Universale
Romana, progettata ma mai realizzata. Conosciuta col nome in codice E42, l’esposizione
avrebbe portato visitatori internazionali nel quartiere-modello dell’EUR, progettato per coniugare
l’architettura classica e monumentale con le linee moderne e austere dell’architettura razionalista
italiana.

 

Propaganda
The Art of Political Indoctrination

  • a cura di Fondazione Cirulli
  • design curator Nicola Lucchi
  • Fondazione Cirulli Factory
  • Via Emilia 275, San Lazzaro di Savena (BO)
  • info@fondazionecirulli.org
  • T. 051 6288300

 

Ufficio Stampa e Comunicazione

  • Margherita Cirulli e Barbara Cortina
  • press@fondazionecirulli.org

 

Date mostra

  • 25 settembre – 16 ottobre 2022
  • Aperture con visita guidata per l’utenza libera
  • Domenica 25 settembre; domenica 2 e 16 ottobre 2022
  • dalle ore 16:30 alle ore 18:00

 

Giorni e orari di apertura

  • Ingresso + visita guidata 23 euro. Ridotto 20 euro (residenti San Lazzaro di Savena, Card
    Cultura, Coop Alleanza 3.0)
  • Prenotazione richiesta: info@fondazionecirulli.org

 

Giorni e orari di apertura per i gruppi (min 10 persone, max 25)

  • Dal lunedì alla domenica, dalle ore 11:00 alle ore 17:00, ingresso su prenotazione.
  • Ingresso: 15 euro cad.
  • Ingresso con visita guidata: 120 euro visita guidata+ ingresso ridotto 10 euro cad.

Giorni e orari di apertura per le scuole

  • Dal lunedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle ore 14:00, ingresso su prenotazione
    Ingresso con visita guidata: 70 euro visita guidata + ingresso ridotto 8 euro cad.
    Prenotazione richiesta: info@fondazionecirulli.org
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