Una grande mostra collettiva di artiste donne che hanno avuto un ruolo non secondario nei movimenti artistici del XX secolo.

PIONEERS Artists in the Paris of the Roaring Twenties

Dal 1750, il Musée du Luxembourg è stato il primo museo d’arte antica aperto al pubblico.

Il Musée du Luxembourg chiuse i battenti nel 1937 e rimase chiuso per più di 40 anni.

Da allora le opere della sua collezione permanente sono state distribuite tra varie istituzioni.

Le opere più antiche al Louvre, quelle del XIX secolo al museo d’Orsay e quelle del XX secolo al Centre Pompidou.

Tornato alle competenze del Senato, a cui era legata la sua storia, il Museo ora è impegnato nell’organizzazione di mostre temporanee di livello nazionale e internazionale.

Dal 2 marzo gli spazi del Museo ospitano la mostra collettiva PIONEERS. Artists in the Paris of the Roaring Twenties, curate da Camille Morineau, Heritage Curator and director of AWARE: Archives of Women Artists, Research and Exhibitions con la storica dell’arte Lucia Pesapane.

Per lungo tempo emarginate e discriminate, sia per la loro formazione che per il loro accesso a gallerie, collezionisti e musei, le artiste nella prima metà del XX secolo hanno comunque svolto un ruolo essenziale nello sviluppo dei maggiori movimenti artistici del nostro tempo, anche se questo non è stato riconosciuto durante la loro vita.

La mostra di Parigi invita a conoscere ed inserire nel loro ruolo 45 artiste che in un periodo di grande vivacità culturale hanno lavorato tra pittura, scultura, cinema moda e teatro.

Si incontreranno opere di artiste famose come Tamara de Lempicka, Sonia Delaunay, Marie Laurencin, Sophie Taeuber-Arp, altre meno note e conosciute ma non meno importanti per il loro ruolo nelle avanguardie come Mela Muter, Anton Pinner, Gerda Wegener, Claude Chun, Sarah Lipska, per citarne solo alcune.

Lo sforzo è oggi quello di reinserire molte artiste nella storia dell’arte, dal fauvismo all’astrazione passando per il cubismo, il dada e il surrealismo, ma anche nel mondo dell’architettura, della danza, del design, della letteratura e della moda, oltre alla scoperta scientifica.

Le loro esplorazioni visive e concettuali attestano la loro audacia e coraggio di fronte a convenzioni consolidate che confinavano le donne all’interno di determinate professioni e stereotipi.

Esse esprimono, in molti modi diversi, il desiderio di ridefinire il ruolo della donna nel mondo moderno.

E i segni del tempo sembrano maturi, se consideriamo che alla 59^ esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, una delle più famose e prestigiose manifestazioni d’arte contemporanea a livello internazionale, il numero di artiste presenti supera, per la prima volta e ampiamente, quello degli artisti maschi.