L’artista italiano Pietro Fortuna esprime e dimostra la sua formazione filosofica con opere che esprimono le sue preoccupazioni per il futuro dell’Umanità
PIETRO FORTUNA: Glory VI – Au temps où nous n’étions pas des hommes – Mostra Charleroi
CHARLEROI (Belgio) – BPS22 Boulevard Solvay, 22
Dal 20/05 al 27/08/2023
BPS22 (acronimo di Bâtiment Provincial Solvay, n°22) è il Museo d’Arte della provincia di Hainaut.
Dalla sua creazione, nel 2000, prima come spazio creativo contemporaneo e dal 2015 come museo, il BPS22 si è posizionato come uno dei pionieri dello sviluppo culturale di Charleroi.
Il Museo privilegia forme d’arte centrate sull’attualità sociale e sui fenomeni culturali caratteristici del nostro tempo.
Durante tutto l’anno organizza o ospita mostre temporanee, monografiche o collettive.
Dal 20 maggio è la volta della mostra personale dell’artista italiano PIETRO FORTUNA, con una mostra dal titolo Glory VI – Au temps où nous n’étions pas des hommes/Gloria VI – Quando non eravamo uomini, a cura di Pierre-Olivier Rollin.
Questa è la prima grande mostra personale in Belgio di Pietro Fortuna e la sesta tappa del ciclo espositivo Glory che, in questa tappa belga, offre una sorta di antologia delle preoccupazioni dell’artista.
Nato nel 1950 a Padova, Pietro Fortuna ha studiato architettura e filosofia, due discipline che hanno sempre guidato la sua pratica artistica.
Dal 2005 si è trasferito a Bruxelles dove vive e lavora.
Il primo, attraverso il rigore costruttivo che caratterizza le sue installazioni e la costante attenzione alle condizioni espositive; il secondo, attraverso le ricorrenti preoccupazioni per il futuro dell’umanità che arricchiscono il suo cammino.
Nel 2010 Pietro Fortuna inaugura il suo ciclo di mostre intitolato Glory al Tramway di Glasgow, per poi proseguire nel 2011 al Macro di Roma; al Museo Marca, a Catanzaro (2012); e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, sempre a Roma (2014).
Nell’area museale del BPS22 le sue opere mostrano la loro derivazione da processi di decostruzione di motivi figurativi, originati da immagini tratte da diversi media, e poi confrontate con materiali industriali grezzi.