Una mostra promossa per celebrare la conclusione del lungo restauro del Ponte Vecchio conosciuto anche come il Ponte degli Alpini.
Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione, storia, mito
Nell’ottobre del 1567 una vigorosa piena del fiume Brenta travolge lo storico ponte, una struttura in legno su piloni e coperta da un tetto che costituisce la fondamentale via di comunicazione fra Bassano e Vicenza.
Coinvolto nella ricostruzione sin dai mesi immediatamente successivi al crollo, Palladio propone dapprima un ponte completamente diverso dal precedente, a tre arcate di pietra sul modello degli antichi ponti romani.
Ma il Consiglio cittadino boccia il progetto, imponendo all’architetto di non discostarsi troppo dalla struttura tradizionale.
Nell’estate del 1569 Palladio presenta quindi il progetto definitivo di un ponte che richiama in pratica la struttura precedente, sebbene radicalmente rinnovata quanto a soluzioni tecniche e strutturali, e di grande impatto visivo.
Unico rimando a un linguaggio architettonico è l’uso di colonne tuscaniche come sostegni dell’architrave che regge la copertura.
Questa presentazione essenziale ma esaustiva del ponte di Bassano si trova nel sito del Museo Palladio di Vicenza (https://www.palladiomuseum.org/veneto/opera/29)
Dal 29 maggio al 10 ottobre, i Musei Civici di Bassano del Grappa propongono Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione, storia, mito, mostra a cura di Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné, promossa dall’Amministrazione Comunale per celebrare la conclusione del lungo restauro del Ponte.
A differenza della maggior parte degli architetti cinquecenteschi, Palladio è anche un architetto di ponti: ponti di pietra, di legno e di carta.
I disegni di ponte sono senza dubbio quelli che avranno un impatto più marcato sulla cultura figurativa dei secoli successivi: pubblicati sulle pagine dei Quattro Libri, il trattato edito a Venezia nel 1570.
Lo stesso ponte di Bassano è rappresentato a pagina 20 del terzo dei Quattro libri di architettura di Palladio
I ponti diventeranno i protagonisti dei sogni degli artisti del Settecento.
Straordinario è il dipinto di Canaletto Capriccio con edifici palladiani, esposto in mostra in prestito dal Museo della Pilotta di Parma.
Il grande vedutista veneziano propone una visione immaginaria di Venezia in cui l’attuale ponte di Rialto è sostituito dal progetto di ponte non realizzato proposto da Palladio con ai due lati del ponte proposto due iconici edifici palladiani, la Basilica palladiana e palazzo Chiericati di Vicenza.
La mostra racconterà il mito del ponte, ma contemporaneamente parlerà di un ponte concreto e reale da 500 anni.
Il racconto della mostra si snoderà a partire da disegni originali di Palladio, libri cinquecenteschi, mappe antiche, dipinti del Settecento, fotografie di fine Ottocento, modelli di studio contemporanei.
Un’esposizione che vuol essere anche un messaggio di rilancio dopo gli anni della Pandemia, attraverso anche la valorizzazione del Genius loci che mette in evidenza la funzione identitaria del Ponte nei confronti del bassanese e il suo ruolo chiave nella preservazione della relativa memoria e di promozione del territorio.
