Oli, pastelli, collage, su tela e su carta del giovane Olmo Gasperini raccontano la città.
OLMO GASPERINI La rentrée scolaire de Olmo Gasperini
Antonia Jannone inizia il suo percorso nel 1977 concentrandosi su di un’espressione artistica che fino ad allora non aveva trovato spazio: l’architettura.
Realizza le prime personali di insigni architetti: Leon Krier, Ernesto Bruno Lapadula, Giovanni Muzio, Aldo Rossi, Alberto Sartoris, Ettore Sottsass, Stefan Wewerka.
In quegli anni il disegno di architettura usciva dalla funzione strettamente progettuale e diventava una forma d’arte autonoma, esprimeva un’idea poetica del mondo valevole per se stessa (Aldo Rossi, Massimo Scolari, Ettore Sottsass, Arduino Cantafora) alla stregua di G.P.Pannini, Joli o Hubert Robert.
Lo stesso accadeva per la scenografia, non più fondali dipinti ma un contesto tridimensionale inteso a creare un clima, un’atmosfera. Mostre di Nicola Benois, Ezio Frigerio, Pier Luigi Pizzi e altri.
Dal 21 settembre la galleria ospita una mostra dedica ad Olmo Gasperini, giovane studente dell’Accademia di Belle Arti di Brera ,nato a Roma nel 1997 che racconta la città attraverso oli, pastelli, collage, su tela e su carta.
Il giovane artista indaga il rapporto tra uomo e ambiente urbano, in particolare quello con le macerie, dando vita a riflessioni su tempo, memoria e solitudine.
La città scorre accanto a noi come un fiume pieno di possibilità, che ci accompagna e allo stesso tempo ci guarda con indifferenza.
Ogni passante finisce per credere d’esser solo con la città.
Ogni attimo è pieno di possibilità, ogni sguardo è una scelta, e imboccare una strada significa escluderne un’altra. Ma tutto sommato non ha importanza, la meta è tanto certa quanto indefinita.