L’inverno 1921/1922 alla Barbican Art Gallery è segnato dall’opera di Isamu Noguchi, il maestro americano di origine giapponese che ha saputo intrecciare scultura e design, con lo spirito di un bambino.
NOGUCHI
Situato a nord della City of London, nel cuore del Barbican Estate, il Barbican è uno dei migliori esempi di architettura brutalista di Londra.
Al’interno è attivo il complesso Barbican Centre che ospita concerti di musica classica e contemporanea, spettacoli teatrali, mostre d’arte e sale cinematografiche.
La galleria d’arte del Centro ospita dal 30 settembre una mostra personale dedicata allo scultore giapponese americano Isamu Noguchi (1904-1988), uno degli artisti più sperimentali e pionieristici del XX secolo.
Noguchi esplora la carriera caleidoscopica di un vero eclettico artistico.
Questa mostra, che è la sua prima retrospettiva itinerante in Europa da 20 anni, si concentra su Noguchi come cittadino globale e sul suo approccio rischioso alla scultura come ambiente di vita.
Per Noguchi Tutto è scultura. Qualsiasi materiale, qualsiasi idea nata senza impedimenti nello spazio, la considero scultura.
Vengono presentate per l’occasione oltre 150 opere, tra cui una straordinaria gamma di sculture – realizzate in pietra, ceramica, legno e alluminio – oltre a scenografie teatrali, modelli di parchi giochi, mobili e illuminazione.
Abbracciando la coscienza sociale, ambientale e spirituale, Noguchi credeva che la scultura potesse “essere una forza vitale nella nostra vita quotidiana” e vedeva l’arte “come qualcosa che insegna agli esseri umani come diventare più umani”.
La mostra è organizzata e curata da Barbican Centre (Londra), con Museum Ludwig (Colonia) e Zentrum Paul Klee (Berna) e in collaborazione con LaM – Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut.