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Giuseppe Tassi

Addio a Tarcisio Burgnich, la roccia dell’Inter di mago Herrera

Nato a Ruda…Udine nel 1939 …Riposa con i grandi Tarcisio sei degno di loro

Addio a Tarcisio Burgnich, la roccia dell’Inter di mago Herrera

 

Christophe95, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Christophe95, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

 

Roccia lo eri per davvero, Tarcisio.
Che vincessi, come ti è capitato tante volte con la grande Inter di mago Herrera, o perdessi.
Nell’immaginario collettivo sei l’uomo che riapre Italia-Germania 4-3 del 1970, segnando con un piattone pescato dal cielo il gol del 2-2 .
Una prodezza da attaccante per uno che in area avversaria non ci andava mai.
Curioso che della tua strepitosa carriera da terzino, in coppia con Facchetti, rimangano due immagini di sconfitta.

Ma sono pagine epiche, foto che resteranno nella storia.

La prima è del 4 dicembre 1966.
Sei ritratto con Pascutti in un volo d’angelo con il corpo disteso parallelo al suolo.
Sembrate infischiarvene della forza di gravità, protesi solo ad agganciare di testa quel pallone radente.
Tu lotti con la foga di sempre ma quel diavolo di Ezio ti ruba il tempo: un istante fatale e una foto che resta nella memoria storica del calcio come il suo autore, Maurizio Parenti.
La seconda immagine ferma nella retina è quella della finale del Mundial di Messico ’70.
Stavolta sei proteso verso il cielo a contrastare Pelé.
Le tue cosce, potenti come querce , ti spingono in alto quasi dovessi prendere il volo.
Ma quel ragazzo brasiliano fatto di caucciù resta sospeso nel cielo, quasi fosse aggrappato a un ramo immaginario.
Tu provi a protendere il braccio in un disperato tentavo di contrastarlo.
Ma lui é nell’Olimpo degli eterni e segna un gol da leggenda.

Voglio celebrarti con queste istantanee di un tempo che si fa eterno e con due ricordi personali.

  • Il primo è legato alla tua esperienza di allenatore a Bologna.
Un anno cupo e sfortunato, un campionato maledetto che ti costo’ l’esonero e al Bologna la sua prima storica retrocessione.
Bene, in mezzo alla buriana dell’era Fabbretti tu trovasti una perla nel giardino di Casteldebole: Roberto Mancini, lanciato in serie A proprio da te a soli sedici anni.
Ti ricordo modesto, parco di parole e attento ai valori umani, travolto da una valanga che era inarrestabile.
  • Il secondo ricordo è davvero personalissimo.
Durante i compiti di storia dell’arte al liceo Minghetti il professor Patrizi dava gli stessi temi in tutte le classi: un gioco da ragazzi sapere in anticipo i titoli.
Così una volta mi presentai con il tema già pronto in cartella.
E per riempire tempo della scrittura sul mio foglio protocollo scrissi la tua biografia di campione.

Nato a Ruda…Udine nel 1939 …Riposa con i grandi Tarcisio sei degno di loro.

Di Giuseppe Tassi

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