Nan Goldin è una dei fotografi più celebri e più controversi del XX secolo.
NAN GOLDIN This will not end well
STOCCOLMA – Moderna Museet Skeppsholmen, Stockholm
Dal 29/10/2022 al 26/02/2023
Moderna Museet è uno dei principali musei d’arte moderna e contemporanea in Europa.
Aperto nel 1958 è ora ospitato in un edificio completato nel 1998 su progetto dell’architetto spagnolo Rafael Moneo.
Il museo raccoglie, conserva ed espone l’arte moderna dell’inizio del XX secolo e la fotografia dal 1840 in poi.
Dal 29 ottobre il Museo ospita la mostra NAN GOLDIN This will not end well, una dei fotografi più celebri e più controversi del XX secolo.
Nata a Washington nel 1953 da genitori ebrei, appartenenti alla piccola borghesia, Nan Goldin cresce a Boston, dove frequenta la School of the Museum of Fine Arts.
L’infanzia dell’artista americana è segnata dal suicidio della sorella maggiore Barbara Holly, all’età di diciotto anni.
I genitori si rifiutano di accettare e raccontare l’accaduto convinti che un simile atteggiamento possa aiutare la sopravvivenza famigliare.
L’effetto ottenuto è l’opposto: Nan Goldin sviluppa un’ossessione verso la ricerca della verità, per quanto cruda e dolorosa ed inizia a utilizzare la sua visione artistica per documentare la vita, con crudezza e senza filtri.
Convinta della capacità dell’immagine fotografica di rappresentare la realtà, il suo obiettivo fotografico diventa parte integrante del corpo, in grado di registrare, senza alcuna censura, impressioni ed esperienze.
Una ricerca fotografica e una produzione cinematografica morbose e potenti che indagano tra tossici, drag queen, donne pestate e scatti pieni d’amore.
La fotografa americana dà vita a un monumentale documento visivo di ricordi e momenti di intimità.
La retrospettiva “This Will Not End Well” è presentata in sei distinte sale dove i suoi lavori sia fotografici che presentati con suoni e musica presentano storie di amore, intimità, dipendenza e perdita.
La mostra è composta da:
- “The Ballad of Sexual Dependency” (1981–2022), l’opera realizzata selezionando e giustapponendo un consistente numero di diapositive a colori, scattate in differenti periodi, accompagnate da una colonna sonora, suo opus magnum che la fece conoscere alla critica e al pubblico.
- “The Other Side” (1992– 2021) un ritratto storico prodotto in omaggio ai suoi amici trans che ha fotografato 1972–2010;
- “Sorelle, Sante e Sibille” (2004–2022) a testimonianza del trauma delle famiglie e del suicidio;
- “Fire Leap” (2010–2022) un’incursione nel mondo dei bambini;
- “Memory Lost” (2019–2021) un viaggio claustrofobico attraverso l’astinenza dalla droga;
- “Sirens” (2019–2020) un viaggio nell’estasi della droga.