Per i 10 anni del Museo il visitatore è invitato a percorrere gli antichi chiostri immerso tra baci e abbracci
Il Museo Novecento di Firenze propone la mostra autocelebrativa MP5. La terza dimensione, fino al 20 ottobre
Il Museo Novecento di Firenze, inaugurato nel 2014, è dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo e propone oltre ad una collezione permanente, mostre e cicli espositivi, installazioni e progetti speciali.
La sede espositiva è l’antico spedale delle leopoldine di Piazza Santa Maria Novella.
Per ricordare i primi dieci anni di attività la direzione del museo ha incaricato l’artista napoletana residente a Roma MP5 a realizzare un’opera inclusiva visibile fino al 20 ottobre 2024.
MP5 è artista di enorme talento ma, per parlare in maniera esaustiva della sua esperienza, è necessario attraversare diversi mondi, da quello del muralismo a quello dell’illustrazione passando per installazioni, performance e progetti grafici.
Le sue figure in bianco e nero restano impresse nella retina di chi osserva come fossero abbaglianti fasci di luce.
La potenza comunicativa del lavoro di MP5 è nota in Italia e nel mondo.
È la sua cifra linguistica, così incisiva e radicale, così perentoria e inaggirabile, così riconoscibile e difficile da dimenticare.
La sua pratica non accetta facili definizioni, non pretende iscrizioni a generi e a scuole, piuttosto abbraccia l’idea di un linguaggio aperto ed inclusivo che con dolcezza e raffinata poesia rifiuta compromessi e addomesticamenti.
Un linguaggio di sofisticata cultura visiva che raggiunge il cuore e fa comunità, parla alla moltitudine e mette in scena la sensualità dell’intimità, l’erotismo della differenza esibita con naturalezza e senza pudore.
Per il Museo del Novecento MP5 ha realizzato La terza dimensione, opera che dà il titolo alla mostra, curata da Sergio Risaliti e Jacopo Gonzales.
E’ un lavoro che si dispiega come un lunghissimo nastro di figure in bianco e nero dipinte direttamente sulle pareti dei due loggiati del Museo, tra piano terra e primo piano che, con le loro manifestazioni di affetto, offrono una visione positiva del presente.
Una popolazione, un mondo che si snoda, nascendo alla luce e dalla luce, come una lunga partitura, una coreografia di corpi, un fregio classico che per dimensioni ricorda, per gli organizzatori, gli affreschi michelangioleschi sulla volta della Cappella Sistina.