Una sperimentazione del famoso architetto e designer Michele De Lucchi, sulla “cucitura del legno” in mostra alla galleria Jannone Disegni di architettura.
MICHELE DE LUCCHI. Legni cuciti
Antonia Jannone apre la sua galleria nel 1977 concentrandosi su di un’espressione artistica che fino ad allora non aveva trovato spazio: l’architettura.
Realizza le prime personali di insigni architetti nel periodo in cui il disegno di architettura usciva dalla funzione strettamente progettuale e diventava una forma d’arte autonoma, esprimendo un’idea poetica del mondo valevole per sé.
Dal 30 novembre 2021 la galleria Antonia Jannone. Disegni di Architettura ospita la mostra Michele de Lucchi. Legni cuciti.
Michele De Lucchi è uno degli architetti e designer italiani più rinomati, responsabile del Design di Olivetti è stato tra i protagonisti di Menphis.Il gruppo, composto da architetti e design, fu fondato da Ettore Sottsass nel 1981 attivo fino al 1988.
È fondatore e parte di AMDL CIRCLE, uno studio di progettazione multidisciplinare rinomato per il suo approccio umanistico all’architettura, al design e alla grafica.
La mostra da Jannone propone 18 composizioni di disegni e undici sculture inedite raccontano la fascinazione dell’artista per l’imperfezione del fare a mano, valore cardine dell’artigianato.
Ispirato dalla tradizionale cucitura delle canoe Inuit, Michele De Lucchi studia le potenzialità̀ del legno per allontanarsi dalle convenzioni tecniche in favore di una sperimentazione libera sulla materia prima, che celebra difetto e asimmetria per offrire nuove forme e immaginari.
Per capire il senso di questo lavoro sono illuminanti le parole dello stesso Michele De Lucchi:
I Legni cuciti sono realizzati con una nuova tecnica che ho sperimentato nelle mie ultime ricerche.
Cucire il legno pare un’idea controintuitiva, cioè̀ un atteggiamento mentale che sfida il senso instaurato delle cose perché́ il legno è un materiale che solitamente si incolla, si incastra, si intarsia e presuppone una lavorazione meccanica per ottenere delle superfici perfettamente combacianti.
Invece cucendo il legno, o legandolo insieme, ragiono in modo completamente diverso: non c’è bisogno di perfezione geometrica, anzi posso collegare strettamente parti disomogenee, che non hanno punti di contatto, in una composizione armoniosa e solida. Cucire i pezzi di legno mi lascia libero di lavorare più̀ intuitivamente, di trattare il materiale nella sua forma originale e costruire oggetti dove è evidente la sensibilità̀ umana insita nelle cose fatte a mano.
Queste architetture in legno cucito con il filo di ferro portano con sé un’estetica imperfetta che mi ricorda gli edifici antichi, costruiti con tecniche artigianali che sempre esprimeranno la felicità del fare».