L’artista altoatesino Michael Fliri propone all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid una selezione delle opere significative delle sue tematiche centrali: Paesaggio, Identità e Luce.
Michael Fliri “La luz nunca ve una sombra”
L’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Madrid è un ufficio all’estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dedicato alla promozione della cultura italiana in Spagna.
L’organizzazione e il sostegno di mostre e festival in collaborazione con le principali istituzioni locali, lo sviluppo di scambi accademici, l’incentivo alla pubblicazione di libri italiani, la promozione della lingua italiana sono tra le principali attività dell’Istituto.
In collaborazione con la galleria Raffaella Cortese di Milano, l’Istituto ospita dal 9 luglio una mostra personale di Michael Fliri “La luz nunca ve una sombra“.
Michael Fliri è nato nel 1978 a Tubre, piccolo comune in provincia di Bolzano, oggi vive e lavora tra Innsbruck, Zurigo e Tubre.
Fliri è un artista che si esprime con performance, scultura, fotografia e video.
La mostra di Madrid è un’importante occasione per approfondire ed addentrarsi nella ricca ricerca di uno degli artisti italiani più interessanti della sua generazione a livello internazionale.
Il percorso della mostra presenta una selezione di più di venti opere la cui realizzazione spazia dal 2007 agli ultimissimi risultati della sua sperimentazione.
Le tre sale dell’Istituto in cui si sviluppa la mostra permettono di evidenziare tre grandi tematiche che sono alla base del suo lavoro:
Sala de Exposiciones “Paesaggio”;
Sala de los Espejos “Identità;
Sala Belvedere ”Luce”.
La mostra si conclude con la proiezione dell’opera audiovisiva Polymorphic Archetypes (2018) che ruota intorno al principio delle ombre cinesi, in forte connessione con le serie esposte nella Sala Belvedere.
Anche qui si crea un rapporto dialettico tra luce e ombre, analogico e digitale, arcaico e contemporaneo.
Questa continua sovrapposizione di volti possibili trova un costante contrappunto nei suoni generati dal musicista belga Koen Vermeulen.
Cosa succede quando si maschera una maschera, quando ad una maschera se ne sovrappone un’altra e poi un’altra ancora e questi piani si confondono e assorbono.