La selezione di opere di Maurizio Pierfranceschi offre un’idea della pittura come linguaggio allo stesso tempo eloquente e silenzioso
Il Mattatoio di Testaccio di Roma ospita la mostra MAURIZIO PIERFRANCESCHI: Muta e mutevole, fino al 5 febbraio

Il complesso architettonico del Mattatoio di Testaccio, costruito fra 1888 e 1891 da Gioacchino Ersoch, è considerato uno dei più importanti edifici di archeologia industriale della città di Roma per la modernità e l’originalità delle sue strutture.
Dopo un periodo di abbandono il complesso è stato sottoposto ad un lungo lavoro di ristrutturazione che lo hanno reso un contenitore culturale di grande interesse.
Fino al 2 febbraio 2025 il Mattatoio presenta la mostra MAURIZIO PIERFRANCESCHI: Muta e mutevole.
L’esposizione a cura di Lorenzo Canova è un viaggio unitario e polimorfico nell’opera di Maurizio Pierfranceschi (Roma, 1957), caratterizzata da un’incessante sperimentazione di soluzioni offerte dalla pittura e dalla scultura, fondendo l’astrazione all’emersione di elementi figurali e il dialogo con la natura a una visione di origine concettuale.
La mostra allude a un’idea della pittura come linguaggio allo stesso tempo eloquente e silenzioso, raccoglie circa settanta opere tra pitture e sculture rappresentative dell’intera produzione dell’artista, di cui una decina create appositamente per questa occasione.
A cominciare dagli anni Ottanta fino alla produzione più recente, le opere sono accostate per la loro vicinanza tematica e stilistica, anche se realizzate talvolta a distanza di anni.
Il percorso è segnato dalla presenza costante di alcune sculture realizzate nel corso degli anni e che rappresentano quasi un’estensione tridimensionale della sua visione pittorica.