Come le immagini della civiltà etrusca entrarono nella ricerca artistica di Massimo Campigli
Massimo Campigli e gli Etruschi Una pagana felicità
ACP, acronimo di Art Capital Partners, è specializzata nella gestione, nell’amministrazione e nella produzione di progetti culturali, imprenditoriali ed espositivi di alto profilo nel mondo dell’arte.
A Venezia ACP ha avviato una collaborazione con l’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti proprietario di palazzo Franchetti per una valorizzazione del palazzo come sede espositiva.
Palazzo Franchetti è un prezioso edificio quattrocentesco, con una storica facciata e un raro giardino affacciati sul Canal Grande a fianco del ponte dell’Accademia.
Sono spazi, il piano nobile del palazzo e il giardino che ben si adattano a mostre temporanee di qualità.
Tra queste il 22 maggio, con la speranza che la situazione sanitaria legata alla pandemia lo renda possibile, il Palazzo aprirà al pubblico la mostra Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità.
La mostra vuole proporsi come un vero dialogo tra le opere di uno dei maestri dell’Arte Italiana del Novecento e gli esempi del passato da cui ha tratto così forte ispirazione.
- Vengono presentate 35 opere di Campigli affiancate a una cinquantina di reperti della civiltà etrusca, in un dialogo profondo che evidenzia un ritorno dell’arte di Campigli ad una purezza primordiale.
I suoi dipinti dai colori tenui richiamano le immagini etrusche, sono forme che richiamano i disegno di statue votive , figure femminili con busti a clessidra, segno distintivo dell’arte del Maestro, nato Max Ihlenfeldt a Berlino nel 1895 e morto a Saintt-Tropez nel 1971, ma universalmente considerato un pittore italiano.
L’avvicinamento delle opere di Campigli a lavori d’arte appartenenti ad una gloriosa civiltà passata, mostra una profonda originalità che immerge lo spettatore in una dimensione dove il tempo sembra fermarsi in una atmosfera magica in cui gli antichi splendori diventano attualità.