La più gande retrospettiva antologica in Europa del fotografo ungherese Martin Munkacsi
Paci contemporary gallery di Brescia ospita la mostra fotografica Martin Munkacsi. Think while you shoo, fino al 30 marzo 2025
Si è inaugurata il 30 novembre 2024 alla galleria Paci Contemporary di Brescia la mostra fotografica Martin Munkacsi. Think while you shoo/ Pensa mentre scatti.
“Pensa mentre scatti”, è il motto fondamentale del maestro della fotografia ungherese Martin Munkacsi (1896 -1963) mentre viveva con la macchina fotografica in mano e fotografava tutto ciò che vedeva.
Con queste parole Munkacsi annunciava l’importanza del cogliere l’attimo, il movimento, l’idea che nasce nel momento in cui si fa clic sulla macchina fotografica.
La mostra, una delle più grandi antologiche europee mai dedicate al maestro ungherese, è realizzata in collaborazione con la galleria Howard Greenberg di New York e con l’Estate Martin Munkacsi (NY) ed è accompagnata da un volume antologico edito da Dario Cimorelli Editore, curato dallo storico italiano Andrea Tinterri, con una prefazione di Howard Greenberg.
In esposizione più di 80 opere, scatti celeberrimi e pluripubblicati, provenienti principalmente dall’Estate Martin Munkacsi.
Ai suoi tempi, Martin Munkacsi era uno dei fotografi più famosi al mondo. Le sue fotografie dinamiche di sport, personaggi dello spettacolo, politica e vita di strada tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta erano realizzate in un nuovo stile libero che catturava la velocità ed il movimento dell’era moderna.
Come giovane fotoreporter, fotografò soprattutto eventi sportivi e, alla fine degli anni Venti, lavorò a Berlino con László Moholy-Nagy ed Ernő Friedmann (che in seguito divenne famoso come Robert Capa), per riviste innovative del fiorente mercato tedesco.
Dopo gli eventi del 1933 lasciò la Germania e si trasferisce a New York, dove fece fortuna soprattutto con la fotografia di moda.
Il suo stile dinamico fu di ispirazione per tutti i fotografi a divenire, tra cui Richard Avedon, che si dichiarò ammiratore del fotografo ungherese sin da ragazzo, lo stesso Cartier-Bresson vide nelle sue fotografie quell’attimo colto al volo che anche lui cercherà sempre di fermare.