MARTIN BOYCE. NO LONGER FATHOM

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- DATA FINE: 19/12/2020

- LUOGO: ZURIGO – galleria Eva Presenhuber

- INDIRIZZO: Waldmannstrasse 6, CH-8001 Zurich

Le istallazioni di Martyn Boyce creano strane atmosfere di vita passata.

MARTIN BOYCE. NO LONGER FATHOM

 

 

La Galerie Eva Presenhuber presente No Longer Fathom, la quarta mostra personale della galleria con l’artista scozzese Martin Boyce.

Martin Boyce è nato nel 1967 a Hamilton e ha studiato alla Glasgow School of Art, laureandosi in arte ambientale nel 1990, poi un MFA nel 1997.

Vive e lavora a Glasgow

Boyce è uno scultore ispirato al modernismo dell’inizio del XX secolo.

Nel suo lavoro Boyce ha ricenuto il prestigioso Turner Prize 2011 per la sua installazione Do Words Have Voices, esposta al Baltic Center for Contemporary Art di Gateshead.

All’inizio, le installazioni di Martin Boyce appaiono spesso fresche e concettuali, piene di riferimenti al design, all’arte e all’architettura modernisti classici.

Poi però appare senso di caducità e abbandono che confesrisce un tocco romantico.

Pur ispirandosi alle forme chiare e geometriche di quel tempo, il suo lavoro ha anche un sottotono cupo e pensosamente poetico che fa presagire la fine di un’era.

Attraverso le sue sculture e i suoi disegni, l’artista allude alla natura, alla poesia e ai film noir come ombre che indugiano sulle opere stesse.

Per la sua mostra alla Galerie Eva Presenhuber, Boyce ha costruito tre sedie moderniste in acciaio e legno, con lo schienale regolabile in altezza.

Appoggiate a tre porte a muro, sospese appena sopra il pavimento, e poste direttamente sotto le maniglie delle porte, le sedie agiscono come barriere improvvisate che impediscono l’ingresso a chiunque.

In dialogo con questi ci sono quattro pannelli murali in alluminio verniciato nei colori bianco, giallo, rosso e verde su cui sono montati telefoni appositamente progettati.

Sembra di entrare in un mondo con reliquie di un’epoca diversa, quando i telefoni pubblici erano ancora in uso, ma i loro colori vivaci e la forma romboidale li fa anche sembrare una sorta di oracolo futuristico.

La presenza poi di altri strani oggetti trasmette un senso di silenzio, esclusione in una casa che un tempo era sinonimo di protezione, comunità e apertura.

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