Personalità unica nella storia dell’arte americana, Martha Wilson è una delle prime artiste ad utilizzare il proprio corpo per mettere in discussione le rappresentazioni sociali delle donne.
Martha Wilson in Halifax, 1972–1974
Nel 1969 il presidente Georges Pompidou decise di dotare Parigi di un grande centro per l’arte e la cultura in grado di ospitare in un unico edificio il Museo Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, una grande biblioteca pubblica, un centro di ricerca e creazione musicale.
La costruzione iniziò nel maggio 1972 con alla guida due giovani architetti, Renzo Piano e Richard Rogers. E si è conclusa con l’inaugurazione nel 1977.
Oggi il Centre Pompidou è una delle più importanti e prestigiose istituzioni per l’arte contemporanea a livello internazionale.
Dal 20 ottobre allo spazio Focus del livello 5 apre la mostra Martha Wilson in Halifax, 1972–1974.
Nata nel 1947 a Philadelphia (Pennsylvania) Martha Wilson è performer e direttrice fondatrice della Franlkin Furnace Archive, un’organizzazione artistica con sede negli Stati Uniti che serve a preservare e incoraggiare la produzione di arte d’avanguardia e in particolar modo la performance artistica.
Personalità unica nella storia dell’arte americana, Martha Wilson è una delle prime artiste ad utilizzare il proprio corpo per mettere in discussione le rappresentazioni sociali delle donne.
Il suo lavoro pionieristico creato nei primi anni ’70 può essere classificato come pratiche concettuali con un’ironia radicale.
Coprendo il periodo della sua permanenza ad Halifax, dal 1972 fino al suo trasferimento a New York nel 1974, la mostra del Centre Pompidou offre uno spaccato dello sviluppo di questi atti radicali.
La mostra è accompagnata da una serie di eventi, performance e incontri con l’artista.