In mostra ad Abano Terme una sessantina di opere di Mario Sironi dialogano con gli affreschi e le opere della collezione permanente di Villa Bassi Rathgeb.
Mario Sironi Un racconto dal grande collezionismo italiano
Villa Bassi Rathgeb ad Abano Terme, sui colli Euganei, è nata come luogo dello svolgimento dell’attività agricola legato, secondo l’ideale classico della Villa Veneta, ad uno stile di vita salubre, virtuoso e all’insegna dello svago.
Negli ambienti di questa antica dimora cinquecentesca si è aperto il nuovo Museo Villa Bassi Rathgeb che ospita numerose mostre temporanee.
Dal 16 settembre il Museo propone la mostra Mario Sironi. Un racconto dal grande collezionismo italiano, dedicata ad uno dei maestri dell’arte italiana del Novecento.
Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) è stato tra gli iniziatori del movimento artistico del Novecento italiano a Milano e nel corso della sua carriera artistica si è avvicinato a diverse correnti artistiche, dal Futurismo alla Metafisica, alla pittura espressionista.
Negli anni Trenta Sironi si è mosso in prima linea per riportare in vita la pittura murale, di cui divenne il più importante esponente del suo tempo.
Nel dopoguerra Sironi è stato ignorato dalla critica ufficiale per la sua adesione al movimento politico fascista nel quale vedeva un trampolino di lancio per la rinascita dell’Italia e di conseguenza dell’arte italiana.
La mostra di Abano vuole raccontare l’uomo, il suo impegno politico, la sua sagacia critica, la sua perspicacia nella satira politica, un grande illustratore e un grande pittore.
Tre opere evidenziano i tre aspetti di approfondimento presentati:
- Illustrazione e satira politica, la fine di un pirata del XX secolo del 1918
- Pittura e grande decorazione, paesaggio urbano con cavalcavia del 1921
- Gli anni della solitudine, due figure del 1955.
In mostra è possibile ammirare opere anche inedite, mai esposte prima e ripercorrere tutta la carriera dell’artista, partendo da un piccolo olio dedicato a un paesaggio, del 1900 un Sironi giovanissimo appena quindicenne, fino a una delle sue ultime opere, il Giudizio Universale degli anni ’60.