Una mostra che pone al centro della pittura di Luigi Ballarin il cavallo, ponte tra oriente e occidente ma anche anima della storia e della tradizione della comunità di Siena.
LUIGI BALLARIN. La mossa del cavallo.
Il Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena ha inaugurato venerdì 8 luglio La mossa del cavallo, nuova mostra personale di Luigi Ballarin, curata da Michela Simona Eremita.
Un’esposizione che sintetizza la personale e costante ricerca dell’artista, dimostrando, senza mai azzardare, un sapiente equilibrio tra tradizione e sperimentazione.
Luigi Ballarin inizia la sua carriera artistica negli anni ‘90 a Venezia; nel 2000 si
trasferisce a Roma e, dopo un invito per una mostra personale, si innamora di Istanbul.
Attualmente vive e lavora nelle tre città, creando un’unione tra culture diverse con un linguaggio unico e originale.
La sua arte è infatti unione tra Oriente e Occidente e sintetizza in immagini iconiche le suggestioni delle arti minori, che percorrevano i cammini degli scambi commerciali e dei viandanti, e fondevano le diverse tradizioni: le decorazioni delle maioliche, lo smalto delle oreficerie, i ricami dei tessuti preziosi.
In mostra circa trenta opere inedite, con il nobile equino assoluto protagonista, tra sagome e tappeti, decori minuziosi e disegni geometrici.
Il cavallo simbolo di unione tra Oriente e Occidente è interpretato da Ballarin seguendo i ritmi bidimensionali della pittura bizantina, decorati con una tecnica originale, contraddistinta da campiture materiche in rilievo, che evocano i mosaici, gli smalti, le decorazioni delle ceramiche, i tappeti.
Ma il Cavallo è anche indissolubilmente legato a Siena.
Per un senese la corsa del cavallo rappresenta la vita, vita intesa come attesa, desiderio, speranza, dolore e gioia, sentimenti che si esprimono e si sentono profondamente in occasione della festa di Siena per eccellenza, il Palio.
All’inaugurazione il sindaco di Siena Luigi de Mossi ha evidenziato come La vitalità che evocano i colori e i movimenti dipinti dal maestro Ballarin, ci parlano di un equilibrio tra diverse tradizioni.
La cultura bizantina e quella italiana si fondono in un’unica scena, cercando di rappresentare le diverse sfumature della realtà che ci circonda.