Luca Pignatelli propone un realismo visionario che porta in superficie figure e volti del mito e della storia catturati nella frontalità ieratica e sospesa dello scatto fotografico.
LUCA PIGNATELLI
Ospitato in un ex complesso industriale il Museo Ettore Fico propone un’offerta culturale a carattere internazionale attraverso la realizzazione di mostre, eventi culturali, seminari, tavole rotonde e incontri, volta a interessare un vasto numero di persone attente all’arte moderna e a quella contemporanea, senza però escludere incursioni nell’arte antica.
Dal 11 marzo il Museo presenta in contemporanea con la mostra Repetition kills, di Alessandro Scarabello una mostra personale di Luca Pignatelli.
Nato a Milano nel 1962 Luca Pignatelli vive e lavora in uno studio la lui stesso progettato.
Luca Pignatelli presenta una mostra antologica composta da cinquanta opere che coprono l’arco della sua intera carriera offrendo tutte immagini ricorrenti della sua vasta produzione.
La mostra si presenta come una sorta di “teatro della memoria” frutto di un eterogeneo archivio di tematiche personali e collettive di epoche antiche e contemporanee.
Le opere, installate nelle sale al piano terra del museo, sono alternate a creazioni site-specific, prodotte in particolare nell’ultimo decennio in cui predomina l’astrazione sulla figurazione.
Questa fase più recente del lavoro di Pignatelli, che si potrebbe definire “aniconica”, è fortemente caratterizzata da campiture monocrome e da colori terrosi e sordi su cui però predominano i rossi, da quello cinabro ai verniglioni squillanti.
Vengono presentate tutte le tematiche che lo hanno reso celebre dai grandi panorami del mondo industriale del primo Novecento alle prime città meccanizzate, dalle ciminiere con i fumi scuri ai paesaggi urbani sempre più congestionati, dagli aerei da combattimento alle navi da guerra.
Sono inoltre presenti in mostra le figure appartenenti alla cultura classica della Grecia antica e della Roma imperiale, teste scultoree, statue e divinità mitologiche.
La mostra è curata da Luca Beatrice e realizzata in collaborazione con la galleria Poggiali (Firenze, Milano, Pietrasanta).