Lou Duca offre gli strumenti per riscoprire la bellezza come verità da raggiungere, da svelare in tutto il suo mistero attraverso l’operazione di decollage.
LOU DUCA. Dissolvenze
Nata nel 2007 a Cortona, la Galleria Triphé, gestita da Maria Laura Perilli, nel 2016 ha aperto una nuova sede a Roma, dove organizza anche momenti di incontro e approfondimento con critici e storici dell’arte.
Dal 13 maggio la galleria propone nella sua sede di Roma Dissolvenze, mostra personale di Lou Duca a cura di Maria Laura Perilli.
Nato nel 1983 Lou Duca sprona l’osservatore verso un recupero della sua originaria identità radicata sicuramente in un passato classico, anche se la sua può sembrare un’operazione di iconoclastia.
Nel suo lavoro, infatti, l’artista opera un’azione di distruzione o dissolvenza dell’immagine.
In realtà la sua operazione di decollage è una naturale azione di recupero del nostro passato ed una sua rivisitazione in chiave contemporanea, un suo modo personale per svelare, in tutto il suo mistero, la bellezza come una verità da raggiungere.
Le figure scomposte sono allora strumenti che Lou Duca mette a disposizione del pubblico per recuperare un concetto di bellezza puro.
La curatrice avvicina il lavoro di Lou Duca al padre italiano della tecnica del decollage, Mimmo Rotella, l’artista che strappava i manifesti alla ricerca di immagini capaci di offrire messaggi nuovi e nuove realtà.
Lou Duca cerca invece di ricercare la bellezza di un mondo classico da contestualizzare nella contemporaneità.
Non vi è nulla di distruttivo quindi, bensì, un nuovo inizio.
Duca ci dimostra, attraverso i suoi lavori, che il tempo è qualcosa di plasmabile.
Egli plasma il passato, la storia, assumendosi un impegno gravoso, importante e rischioso: cancellarlo, non per eliminarlo ma per farlo rivivere in una dimensione nuova fatta di immagini di liberazione.
Per la curatrice Lou Duca, operando su questa linea, ci offre un’arte di luce e di speranza, partendo da immagini distrutte nella esperienza della morte e della resurrezione.