Lo scultore che usa il difetto per raggiungere la “sua” perfezione, una perfezione imperfetta
Looking forward to the past
(mostra personale dello scultore Massimiliano Pelletti)
Massimiliano Pelletti nasce nel 1975 a Pietrasanta, capitale storico-artistica della Versilia.
E’ terra legata alla tradizione della lavorazione del marmo, lo stesso marmo scelto da Michelangelo per le sue opere più importanti.
Nel suo lavoro Pelletti si relaziona tuttavia con materiali disparati, dal marmo all’onice all’alabastro.
Pur guidato dall’interesse per il classico, non usa la sua abilità tecnica solo per riprodurre la forma, sviluppando oltre la sua ricerca.
Egli infatti reinterpreta il pensiero classico in forme diverse adattate al contemporaneo.
La sua mostra personale a Catanzaro rappresenta una tappa importante nel suo percorso artistico.
Al pubblico è offerta la possibilità di seguire un percorso scandito da circa trenta opere della sua produzione più recente.
Ma ancora più interessante è vedere in anteprima la serie di sculture concepita appositamente per gli spazi del Museo delle Arti di Catanzaro.
In questa è evidente l’empatia dell’artista nei confronti della materia che compone le sue opere: egli non si impone, ma cerca di instaurare con essa un rapporto amichevole, di rispetto reciproco.
Pelletti lascia intatti i difetti, le venature, i vuoti, le forme , quasi a dar vita all’imperfezione stessa
In questo modo la pietra prende parte al processo che da materia la rende opera d’arte. L’artista non è più solo.
Il bello delle opere di Pelletti è che è il difetto a permettere il raggiungimento della perfezione, anzi di una nuova perfezione imperfetta.
E così nascono opere come Metamorphosis, una trionfante Venere che emerge da una catasta di legni e travi che ricorda la Venere degli stracci di Pistoletto.
Il marmo presenta però una moltitudine di difetti, piccoli fori naturali che non vengono celati o dissimulati, anzi, sono riabilitati, sottolineati, diventano parte integrante dell’opera stessa,