Una mostra che indaga il rapporto tra arte e scienza, evidenziando la connessione tra ricerca sulla psicologia della percezione dell’Università di Padova e la nascita a Padova del GRUPPO N, uno dei maggiori movimenti artistici del Novecento.
L’OCCHIO IN GIOCO Percezione, impressioni e illusioni nell’arte
L’OCCHIO IN GIOCO. Percezione, impressioni e illusioni nell’arte è una mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo/Cariparo in collaborazione con l’Università di Padova in occasione delle celebrazioni dell’ottavo centenario di fondazione dell’Ateneo.
La mostra è prodotta da SilvanaEditoriale.
“L’occhio in gioco” è una di quelle mostre che si presume di poter ammirare in una delle grandi sedi espositive di New York o Londra, laddove ci si attende qualcosa che vada molto oltre il consueto, il già visto.
Originale nel taglio curatoriale, affidato a Luca Massimo Barbero per la parte storica e a Guido Bartorelli, Giovanni Galfano, Andrea Bobbio e Massimo Grassi dell’Università di Padova per la parte dedicata al Gruppo N e alla psicologia della percezione, questa ricchissima esposizione vivrà a Padova, in Palazzo del Monte di Pietà, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Viene proposto a Padova un nuovo modello espositivo, che abbraccia e unisce due dimensioni: lo sguardo generale che accompagna il visitatore a comprendere l’indagine e lo sviluppo delle arti sul tema del movimento, e uno, più specifico, che indaga i rapporti tra la psicologia della percezione e la creatività.
Per l’Università sarà una mostra che si colloca in continuità con l’indagine del rapporto tra arte e scienza che era stato avviato nel 2017 con la mostra Rivoluzione Galileo, l’arte incontra la scienza.
Arte e scienza, nelle sue svariate accezioni dagli studi sull’ottica alla teoria del colore, insieme per dar vita ad un confronto affascinante di concetti, movimenti, miraggi.
Gli studi di Goethe, Runge e Henry saranno accostati in mostra con le opere dei grandi maestri che hanno affrontato, ciascuno a proprio modo, il tema della percezione visiva: da Seurat a Kandinsky, da Klee a Boccioni.
In un percorso che alterna i grandi protagonisti del secolo breve, da Calder a Munari, da Duchamp a Vasarely, si scoprirà che anche senza l’uso del colore l’occhio umano può essere ingannato, che il ritmo e la geometria, concetti così apparentemente immutabili, possono distorcere e ridisegnare la realtà.
La mostra dedica particolare attenzione alla tradizione di studi e sperimentazioni condotte fin dal 1919 dall’Università di Padova sulla psicologia della percezione.
Ricerche nel campo della visione che hanno avuto uno straordinario impatto innovativo e che, travalicando l’ambito accademico e disciplinare, hanno contribuito a stimolare, a partire dagli anni Sessanta, un ambiente artistico-culturale d’avanguardia proiettando la città di Padova e i suoi artisti sulla scena internazionale.
Questa parte dell’esposizione mette a confronto un’accurata selezione di documenti e studi accademici con le opere del Gruppo N, costituito proprio a Padova tra il 1960 e il 1964 da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, e di Marina Apollonio: tutti protagonisti indiscussi della “nuova tendenza” ottico-cinetica.
La mostra troverà così completezza in un ampio approfondimento monografico che riproporrà le opere, gli ambienti e gli allestimenti degli anni Sessanta.