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Maschere di Carnevale: le più iconiche del Centro Italia e la loro storia tra folklore e teatro
Maschere di Carnevale – PARTE 2 il Centro Italia
Il Carnevale è una delle festività più antiche e amate della tradizione italiana, caratterizzato da sfilate in maschera, carri allegorici e dolci tipici. Le sue origini risalgono ai Saturnali dell’antica Roma, celebrazioni pagane durante le quali venivano temporaneamente sospese le rigide gerarchie sociali, lasciando spazio a un’atmosfera di festa e libertà. Con il tempo, il Carnevale si è trasformato, assumendo connotazioni cristiane e diventando il periodo di gioia e abbondanza che precede la Quaresima.
Uno degli elementi più affascinanti di questa festività sono le maschere tradizionali, ognuna con una storia unica che riflette la cultura e il folklore della propria regione e del proprio contesto.
Gli elementi della tradizione popolare che contraddistinguono il nostro Paese sono proprio ciò che lo rendono affascinante e ricco di storia.
In questo articolo esploreremo le maschere di Carnevale più iconiche del Centro Italia, mentre nel prossimo appuntamento ci dedicheremo a quelle più famose/conosciute del Sud del nostro Bel Paese!
Le Maschere di Carnevale tipiche del Centro Italia
Lazio: Rugantino
Rugantino è la maschera romana per eccellenza, emblema dello spirito irriverente e schietto del popolo capitolino. Il suo nome deriva da “ruganza”, un termine che indica arroganza e spavalderia, qualità che il personaggio esibisce con atteggiamenti da bullo di quartiere.
Indossa un tipico abito ottocentesco, caratterizzato da una giacca rossa, pantaloni stretti e un cappello anch’esso di colore rosso, spesso accompagnato da una fascia in vita che richiama lo stile degli abiti popolari dell’epoca. È frequentemente rappresentato con un’espressione beffarda e un sorriso sfrontato, sottolineando il suo carattere ironico e pungente.
Nato come personaggio teatrale nella commedia popolare romana, Rugantino è diventato un simbolo della satira e della libertà d’espressione, sempre pronto a sfidare le autorità e i potenti con battute taglienti e un’ironia pungente. Il suo atteggiamento spaccone nasconde però un animo generoso e un forte senso della giustizia, rendendolo un’icona amata del folklore romano. Ancora oggi, Rugantino è protagonista di spettacoli teatrali e manifestazioni carnevalesche, dove continua a incarnare lo spirito libero e sagace della città eterna.
Marche: Mosciolino
Mosciolino è una maschera recente, legata alla città di Ancona, nata come simbolo della tradizione marinara locale e dell’ingegno dei suoi abitanti. Veste con una calzamaglia gialla scolorita dal sole, una canottiera blu e un vistoso berretto con mosciolo (mollusco) attaccato sulla punta e canna da pesca in mano.
Il suo costume tipico richiama l’abbigliamento dei vecchi marinai, con pantaloni larghi, una camicia a righe e un fazzoletto annodato attorno al collo, simbolo della vita semplice e avventurosa dei pescatori marchigiani.
Secondo la leggenda, un giorno Mosciolino sentì arrivare dalla città risa, chiasso, rumori di trombette e urla felici della gente. Dal momento che era molto curioso, si avviò verso dove stavano arrivando questi rumori e vide che tutta la popolazione della città era in maschera e stava festeggiando allegramente. Mosciolino quindi, subito si nascone perché impaurito dal fracasso e dalla baraonda e solamente solo quando vide arrivare un carro allegorico raffigurante Nettuno, Dio del Mare, uscì e la folla lo vide e iniziarono tutti a fissarlo. I cittadini convinti che anche il ragazzino fosse vestito in maschera, decisero di premiarlo sebbene egli cercò di spiegare che quelle erano le sue vesti e che non era un travestimento. Mosciolino rifiutò il premio e in cambio chiese di fare un giro sul carro di Nettuno e la richiesta fu accolta dal popolo.
Toscana: Stenterello
Stenterello è la maschera di Carnevale tipica di Firenze e una delle ultime nate della Commedia dell’Arte. Creato da Luigi Del Buono nel XVIII secolo, rappresenta il popolano fiorentino magro e povero, ma dotato di grande arguzia e senso dell’umorismo.
Questo personaggio incarna lo spirito del popolo toscano: astuto, chiacchierone e sempre pronto a ribattere con ironia alle ingiustizie sociali. Il suo carattere è spensierato ma mai ingenuo, e il suo linguaggio è rapido e colorito, ricco di battute sagaci.
Il suo costume è caratterizzato da un cappello a tricorno, una giacca logora, calzoni corti e calze a righe, un abbigliamento che enfatizza il suo status di umile cittadino. La sua comicità è spesso legata alla sua goffaggine e alla sua capacità di uscire dalle situazioni difficili con la sola forza delle parole e dell’arguzia.
Stenterello è stato protagonista di molte rappresentazioni teatrali popolari ed è rimasto un simbolo della tradizione carnevalesca fiorentina, ancora oggi presente in eventi e spettacoli legati alla cultura popolare della città.
Umbria: Bartoccio
Bartoccio è la maschera tipica di Perugia, profondamente radicata nella tradizione umbra e risalente almeno al XVII secolo. Nato come figura satirica popolare, incarna il contadino schietto, astuto e ironico, sempre pronto a denunciare le ingiustizie con arguzia e battute taglienti.
Il suo costume è caratteristico: è formato da un vestito con un gilet rosso porpora sotto una giacca verde, calzoni di velluto (neri o marroni) e scarpe eleganti.
Bartoccio è protagonista di numerose storie e spettacoli popolari, in cui sfida le autorità con la sua sagacia, rappresentando il popolo umbro che lotta contro le ingiustizie. Ancora oggi, durante il Carnevale perugino, la sua figura viene celebrata con letture di sonetti satirici e rappresentazioni teatrali che mantengono viva la sua eredità culturale.
Maschere di Carnevale italiane
Nel prossimo articolo saranno elencate e descritte le maschere più note/famose delle Regioni del Sud Italia. Continuate a seguire Pikasus ArteNews per concludere questa interessante panoramica di alcuni aspetti e di alcune usanze caratteristiche della nostra cultura e del folklore tipico delle nostre località.
Autore: Eleonora Dorigo