L’artista ferrarese Letizia Cariello esplora la relazione tra spazio interno e spazio esterno, fra materia e tracce del tempo che rappresenta nei suoi calendari.
LETIZIA CARIELLO Calendario- Nous/Chirone
BUILDINGBOX è un progetto espositivo inaugurato nel settembre 2018.
Si tratta di uno spazio situato all’interno di una delle vetrine di BUILDING che affacciano su Via Monte di Pietà.
Questa impostazione fa sì che essa sia visibile 24 ore su 24, notte e giorno, senza dover entrare all’interno della palazzina, nonostante ne faccia effettivamente parte.
BUILDINGBOX presenta dal 21 gennaio 2022 la prima installazione site specific della mostra personale di Letizia Cariello, a cura di Annette Hofmann, che indaga il concetto di Nous.
Nata a Copparo in terra ferrarese, Letizia Cariello si è formata prima con una laurea in Storia dell’Arte all’Università di Milano poi con il diploma in pittura all’Accademia di Brera.
Nella sua ricerca Letizia Cariello esplora la relazione fra spazio interno e spazio esterno e il suo tentativo di intercettare la consistenza materiale del tempo si concentra nell’inseguimento delle tracce che il tempo lascia, segnandolo in scrittura (Calendari), oggetti e materia.
In questo percorso si inserisce la mostra al Buildingbox.
In mostra, due dischi di acciaio, posizionati sulle superfici, lana bianchi e chiodi nel box, interamente verniciato da pigmenti blu e rossi, luminescenti al buio.
La prima installazione site specific è Calendario – Nous / Chirone, la quale potrà essere approfondita da alcuni interventi dell’artista, secondo il suo tempo creativo.
Il concetto del νοῦς, l’intelletto, o anche primo motore del mondo, si rivela all’occhio dello spettatore sotto forma di luce bianca che ci insegna a vedere.
Il Nous si presenta quindi come una Porta, che dall’interno verso l’esterno, e viceversa, accoglie il pubblico nel gioco della conoscenza, aiutando così l’artista a scoprire la relazione tra tempo e realtà celata all’interno dell’ambiente.
La vetrina rappresenta un ponte, un invito che sposta lo spettatore dall’esterno del mondo verso l’interno blu notte.
La lana bianca rimbalza tra un chiodo e l’altro come la luce si fa portatrice della brillantezza delle stelle, formando la costellazione di Chirone, il centauro benevolo, forgiatore d’eroi.
I chiodi, o meglio le stelle, si espandono nello spazio, come la costellazione, un buco nero che ci attrae a sé trasformando il nostro ambiente reale.
Il pubblico, dunque, entra in un nuovo spazio, dove avviene uno scambio di sensibilità, che non solo corre sulla lana, ma gravita anche intorno ai dischi d’acciaio, erranti, pianeti, che conferiscono una certa ciclicità all’opera.
Di notte, ancor più che di giorno, il box brilla di luce propria prendendo vita, diventando esso stesso errante, attirandoci a sé come un centro gravitazionale.