Erwin Blumenfeld, fotografo di moda e sperimentatore, è considerato uno dei maestri della fotografia del XX secolo.

Les Tribulations d’Erwin Blumenfeld, 1930-1950

PARIGI – MAHJ/Musée d’art et d’histoire du Judaism Hôtel de Saint-Aignan – 71, rue du Temple

Dal 13/10/2022 al 05/03/2023

Il MAHJ/Musée d’art et d’histoire du Judaism ha aperto nel 1998 nel restaurato Hôtel de Saint-Aignan ed è sostenuto dalla città di Parigi e dal Ministero della Cultura francese.

Dal 5 ottobre il museo ospita la mostra Les Tribulations d’Erwin Blumenfeld, 1930-1950.

Questa mostra mette in luce, attraverso quasi 180 fotografie tra cui set inediti, il periodo più fecondo di Erwin Blumenfeld. (Berlino 1897 – Roma 1969), fotografo tedesco naturalizzato americano dove emigrò nel 1941, dopo aver attraversato in quanto ebreo il tumulto della fuga dalla Germania e del confino in Francia.

 Erwin Blumenfeld è considerato uno dei maestri della fotografia del XX secolo.

Il suo lavoro ha contribuito a determinare un nuovo livello di creatività artistica per il mezzo fotografico.

Le sue sperimentazioni artistiche rivelano il suo talento per la fotografia di moda che lo porta a lavorare per le più grandi riviste americane.

Sia nella parte di lavoro intimistico, legato soprattutto all’uso del bianco e nero e della sperimentazione in camera oscura, sia nell’approccio commerciale per Vogue e Harper’s Bazaar, in gran parte a colori, caratterizzato da un profondo amore per la pittura classica e moderna, Blumenfeld ha creato fotografie misteriose dove le donne oltre a rispecchiare il fascino della femme fatale, conservano una naturalezza disarmante.

Il periodo dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, a cui è dedicata la mostra, è anche quello della rivelazione del suo talento fotografico, momento di una sperimentazione artistica originale e abbondante, perseguita con lo stesso fervore da Parigi a New York.

Dopo gli esordi dadaisti, segnati da premonitori fotomontaggi politici sulla Seconda guerra mondiale, Blumenfeld costruisce un’opera lontana dagli affanni del tempo.

Si ispira ed estende le tecniche adottate in particolare dai fautori della “Nuova visione”, sia in fase di ripresa che in laboratorio: solarizzazione, reticolazione, sovrapposizione, giochi di specchi e ottici, giochi di ombre e luci.

La mostra fa anche luce sulla sua visione dell’arte e sulla sua vita personale durante l’occupazione.