La forza della nostra immaginazione è uno strumento capace di orientare il nostro futuro: è questa proiezione in un futuro desiderabile e il suo scopo politico che vengono esplorati nella mostra.
“Les portes du possible” à travers la science-fiction
METZ (Francia) Centre Pompidou-Metz 1, Parvis des Droits de l’Homme
Dal 05/11/2022 al 10/04/2023
Il Centre Pompidou-Metz è la prima decentralizzazione della grande Istituzione culturale pubblica nazionale e in linea con il centro di Parigi si caratterizza come centro d’arte dedicato all’arte moderna e contemporanea.
La forza del Centre Pompidou di Metz deriva dal poter attingere alle collezioni del Centre Pompidou, Museo nazionale d’arte moderna che, con 65.000 opere, detiene a Parigi una delle due migliori collezioni al mondo, la più importante in Europa, nel settore dell’arte moderna e contemporanea.
Dalle arti plastiche all’architettura, passando per il design e il video, vengono rappresentati tutti i campi della creatività umana.
Dal 5 novembre il Centro Pompidou-Metz presenta Les portes du possible” à travers la science-fiction, una mostra che una mostra che riunisce arti plastiche e letteratura per pensare a tutti i futuri immaginabili.
Un percorso verso le utopie del XXI secolo che mira a generare dibattito, ispirazione e una forma di speranza.
La mostra si interroga su che modo la fantascienza può aiutarci a pensare al futuro, cambiare la nostra immaginazione e reinventare un futuro desiderabile.
La mostra a Metz tenta di tracciare i contorni di un futuro coinvolgente attraverso la fantascienza restituendole la sua funzione primaria, una critica sociale feroce e profonda del The contemporary mondo.
Sono esposte quasi 200 opere di artisti visivi e scrittori dalla fine degli anni ’60 ai giorni nostri, ma anche opere di architetti o registi, che creano capillarità tra mondi immaginari e realtà.
All’origine di questa mostra sta COVID19, la pandemia che si è diffusa in ogni parte del mondo alla velocità della luce e la conseguente crisi sanitaria che sta progressivamente rivelando la sua natura totalitaria. e il presente appare improvvisamente come uno scenario di fantascienza. Il corso pensa alla fine di un mondo in cui l’unica via d’uscita possibile è la resistenza attraverso l’immaginazione.
Nel curare la mostra Alexandra Müller si è ispirata all‘afrofuturismo e al cyberpunk, movimenti fondamentalmente di fantascienza politica che denunciano uno squilibrio nella società, una mancanza, il bisogno di un altro mondo, immaginando che la fine del capitalismo sia possibile e possa anticipare l’eventuale fine del mondo.