LE ARTI AL TEMPO DELL’ESILIO – DANTE. GLI OCCHI E LA MENTE

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- DATA INIZIO: 24/04/2021

- DATA FINE: 04/07/2021

- LUOGO: RAVENNA – Chiesa di San Romualdo

- INDIRIZZO: Via Alfredo Baccarini, 46, 48121 Ravenna RA

- TEL: +39 0544 482477

A Ravenna, città che conserva le spoglie del sommo poeta, il secondo appuntamento del ciclo espositivo “Dante. Gli occhi e la mente” pensato per le celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante

LE ARTI AL TEMPO DELL’ESILIO – DANTE. GLI OCCHI E LA MENTE

 

Giuliano da Rimini, L'incoronazione della Vergine, Santi, scene della Passione e Morte di Cristo, tempera all'uovo e oro su tavola, 190.5x205.5 cm, Collezioni d'Arte, Rimini, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
Giuliano da Rimini, L’incoronazione della Vergine, Santi, scene della Passione e Morte di Cristo, tempera all’uovo e oro su tavola, 190.5×205.5 cm, Collezioni d’Arte, Rimini, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini

 

Una mostra dedicata a Dante nella Chiesa di san Romualdo a Ravenna ha certamente un valore simbolico particolare.

San Romualdo era Abate di Sant’Apollinare in Classe e fondatore, nel 1012, dell’eremo di Camaldoli e del ramo camaldolese dell’ordine benedettino,

Dante lo ricorda nel XXII canto del Paradiso, in una aspra polemica contro la corruzione degli ordini monastici riconoscendone il rigore e la rettitudine.

La chiesa di san Romualdo ospita infatti dal 24 la preziosa mostra “Le Arti al tempo dell’esilio”, secondo appuntamento del ciclo espositivo “Dante. Gli occhi e la mente”, promosso dal Comune e dal MAR Museo d’Arte della città di Ravenna, nell’ambito delle celebrazioni per il settimo centenario della morte del Sommo Poeta.

Una mostra che vede la collaborazione anche delle Gallerie degli Uffizi di Firenze secondo un accordo che idealmente sancisce il gemellaggio tra la città dove il Poeta nacque e quella in cui morì e riposa.

La mostra è importante non per la quantità ma per la qualità delle opere, in numero ristretto ma dall’alto valore artistico e narrativo.

Le opere esposte sono state scelte con grande attenzione alle tappe dell’esilio dantesco.

Sono proposte opere che Dante ebbe occasione di ammirare nel suo peregrinare e la cui eco influenzò la sua Commedia, straordinario “poema per immagini”».

Si apre con una scultura in bronzo dorato raffigurante Bonifacio VIII, il papa che sancì l’esilio di Dante, insieme a un calco del ritratto dello stesso Papa, opera di Arnolfo di Cambio e conservato ai Musei Vaticani.

Seguono poi importanti capolavori di Cimabue e di Giotto. A ricordare la città natale di Dante e il suo ambiente culturale.

Il periodo romano è evocato dalle immagini dei Santi Pietro e Paolo di Jacopo Torriti, che all’epoca dantesca si trovavano nel portico di San Pietro.

Tessuti, oreficerie, tavole dipinte e sculture (opera del maestro di Sant’Anastasia) documentano la permanenza veronese.

Giotto stava ultimando la Cappella degli Scrovegni nel 1304, quando Dante era a Padova: la mostra presenta quindi opere del territorio che risentono ’influsso giottesco.

La miniatura è l’arte su cui si sofferma la mostra per ricordare il periodo bolognese dell’esilio con una preziosa Bibbia istoriata appartenuta a Carlo V.

Era infatti tale l’ammirazione per l’arte della miniatura, che Dante, nel Paradiso, ha citato due maestri Franco Bolognese e Oderisi da Gubbio

A Lucca e a Pisa Dante rimase colpito dalle opere di Nicola e Giovanni Pisano di cui sarà presente in mostra anche un’opera proveniente dal Museo di San Matteo di Pisa. dell’imperatore.

La mostra chiude con Ravenna, con opere di Giovanni e Giuliano da Rimini che Dante conobbe nell’ultimo periodo della sua vita.

 

 

ORARI DI APERTURA

  • Contattare l’organizzazione per la conferma degli orari secondo le disposizioni anticovid vigenti al momento della programmazione della visita.

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