Viewing Room e mostre virtuali n.71

JAMES CHOAN Gallery Viewing Room online (New York) – Mostra: Nam June PAIK

L’arte ai tempi del Covid-19 – Mostre online n.71

 

  1. JAMES CHOAN Gallery Viewing Room online (New York)

Mostra: Nam June PAIK

Fino al  31 luglio 2020

La Galleria James Cohan è stata fondata nel 1999 a New York con una mostra di Gilbert &George.

La variegata programmazione di James Cohan comprende mostre personali di artisti della galleria e due mostre tematiche di gruppo ogni anno.

In occasione della chiusura forzata degli spazi della galleria, vengono proposti nella Piattaforma di Viewing Room i lavori di Nam June Paik.

Musicista e videoartista coreano (Seul 1932 – Miami 2006). Formatosi nell’ambiente d’avanguardia del Gruppo Fluxus, Paik è diventato uno dei principali esponenti della video art.

Spirito creativo, ha proseguito il proprio lavoro ricercando sempre nuovi mezzi espressivi (videotape, videosintetizzatori a colori, ecc.) per le sue complesse ambientazioni che combinano performances di musica elettronica a videoinstallazioni o a meccanismi cibernetici.

Paik ha sottolineato che è il ruolo dell’artista nella società ripensare la tecnologia al servizio della cultura. Le sue idee risuonano ora, più che mai, mentre conduciamo praticamente gran parte della nostra vita praticamente, prendendo parte alla visione di Paik di un “villaggio globale”.

https://www.galleriesnow.net/shows/nam-june-paik-3/

sito galleria: http://www.jamescohan.com/

 

 

 

  1. STEVE TURNER Viewing Room online (

Mostra ONE WAY TICKET

Fino al 26 giugno 2020

La galleria Steve Turner è stata fondata a Los Angeles nel 2008 con la missione di presentare artisti internazionali sconosciuti, emergenti e diversi.

In particolare agli artisti  emergenti viene offerta la loro prima mostra personale in città, come avvio di una promettente carriera.

One Way Ticket, una mostra online per tre persone con opere recenti di Patrick Alston, Khari Turner e Raelis Vasquez artisti che hanno meno di 30 anni.

Ognuno crea dipinti che riflettono le loro esperienze di giovani neri all’inizio della loro carriera professionale.

I loro stili artistici differiscono – spaziando dall’astrazione gestuale di Alston al realismo sociale di Vasquez con la figurazione espressiva di Turner che si trova da qualche parte nel mezzo.

Tutti cercano di rappresentare le loro lotte, quelle della loro comunità e quelle dei loro antenati con chiarezza e sfumatura.

Come gruppo, rappresentano bene il momento attuale, dimostrando che le forme dell’identità funzionano, ma anche che il lavoro può dare forma all’identità.

https://www.galleriesnow.net/shows/one-way-ticket/

sito galleria : http://steveturner.la/

 

  1. GOOGLE ARTS & CULTURE Movimenti artistici

Mostra: L’Arte Povera

Non indicate date di cessazione visione

Google ha attivato una piattaforma di fruizione dell’immenso patrimonio storico artistico e paesaggistico del mondo, mettendo a disposizione di Musei ed istituzioni culturali strumenti per stimolare l’interesse attraverso la presentazione online delle eccellenze presenti nelle collezioni.

Inoltre Google ha elaborato progetti di approfondimento su artisti e movimenti artistici, elaborati con rigore scientifico, creando vere e proprie mostre che uniscono virtualmente opere di artisti o movimenti distribuiti in Musei e collezioni in ogni angolo del mondo.

Tra i movimenti L’Arte Povera è il movimento italiano più importante nella seconda metà del XX secolo.

Termine coniato nel 1967 dal critico d’arte genovese Germano Celant ,recentemente scomparso, in riferimento a un gruppo di artisti italiani che, a partire dalla fine degli anni ’60, tentò di rompere la “dicotomia tra arte e vita”.

Gli artisti appartenenti a questa nuova corrente, sostenevano che l’arte non risiede nell’aspetto delle opere realizzate, ma nell’idea, nella parola o nel pensiero percorso per realizzare tale opera e presto si divisero in due gruppi: quello legato al pensiero e quello legato all’evento.

Questi artisti, schifando tele e pennelli, utilizzano materiali “poveri” per definizione, ossia terra, legno, ferro, stracci, plastica, scarti industriali, con la volontà di ricreare un’espressione originale, utilizzando un alfabeto fatto di materiali poveri ed in disuso, dopo avere perso la capacità di assolvere il compito a cui erano destinati.

Un’altra caratteristica del lavoro degli artisti del movimento è il ricorso alla forma dell’installazione, come luogo della relazione tra opera e ambiente e a quella della “performance”.

Principali figure del movimento furono gli artisti che parteciparono alla mostra del 1967:

Mario Merz, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Michelangelo Pistoletto.

A questi si aggiunsero presto Giovanni Anselmo, Mario Ceroli, Brajo Fuso, Piero Gilardi, Luigi Mainolfi, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Ferruccio Bortoluzzi e Gilberto Zorio, allargando le forme di espressione di questo movimento fino alla Junk Art di Alberto Burri.

https://artsandculture.google.com/entity/arte-povera/m04_d7p?categoryId=art-movement

 

 

  1. KERLIN GALLERY Viewing Room (Dublino)

Mostra:  WILLIE DOHERTY – Endless

Fino al 16 giugno 2020.

Kerlin Gallery presenta nella piattaforma online di Viewing Room  il video ENDLESS di Willie Doherty,  con  l’attore Christopher Eccleston .

Il video rappresenta un uomo solitario, senza nome, vestito con abiti semplici, incontrato negli ambienti architettonici più elementari, un edificio vuoto con pareti di mattoni spogli e pavimenti a scacchiera.

Il testo di Doherty, viene interpretato con angoscia misurata da Eccleston,  e rivela i pensieri privati di una singola mente tormentata.

La sceneggiatura è la testimonianza di uno spettro: un’impossibile affermazione post mortem, una storia di fantasmi.

Willie Doherty (nato nel 1959) è un artista dell’Irlanda del Nord, che ha principalmente lavorato in fotografia e video. È stato due volte candidato al Premio Turner.

https://kerlingallery-viewingroom.exhibit-e.art/viewing-room/willie-doherty#tab:slideshow;tab-1:thumbnails

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