La scena dell’arte un viaggio dove si incontrano e si confondono narrazione teatrale e arti visive.
LA SCENA DELL’ARTE Il Teatro segreto
Costruita alla fine del Seicento dai marchesi Clerici di Milano, Villa Carlotta, affacciata sul lago di Como, racconta oltre trecento anni di grande collezionismo e ogni anno apre le porte di un affascinante giardino botanico a migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Villa Carlotta conserva e valorizza un patrimonio storico-artistico e botanico unico sul Lago di Como e lo offre come realtà da vivere per tutto il territorio.
Dal 2 luglio la villa ospita la mostra La scena dell’arte, un progetto espositivo prodotto da ArchiViVitali e si declina in due sezioni tematiche: Il teatro segreto a Villa Carlotta e Straniamenti nello Spazio Circolo di Bellano (Lecco).
La mostra è come un viaggio dove si incontrano e si confondono narrazione teatrale e arti visive: ognuna presta all’altra strumenti e linguaggi per trasformarsi in una grande messinscena poetica.
Il risultato è un racconto immaginifico dove trovano spazio le invenzioni di un ensemble di scenografi, artisti e creativi.
A Villa Carlotta è allestito Il teatro segreto, la sezione del progetto in cui Antonio Marras e Ferdinando Bruni misurandosi con gli spazi della villa, ricreano un gioco di rimandi tra la loro poetica personale e la storia dell’edificio monumentale.
Una mostra che respira l’atmosfera della villa.
L’ultimo proprietario della Villa, infatti, , il duca Giorgio II di Sassonia-Meiningen, era amante delle arti e in particolare di quelle sceniche.
Egli dedicò tutta la vita al teatro, non solo come finanziatore, ma impegnandosi in prima persona a cambiare radicalmente le tecniche di regia, di scena e recitative, fino a diventare una figura chiave nella storia del teatro europeo.
Villa Carlotta ne custodisce il ricordo nelle stanze che si aprono sulla galleria del secondo piano, negli arredi dello studio, nella splendida Sala delle Vedute, che fu progettata dal Duca stesso.
Ma è soprattutto il giardino a evocare l’arte del teatro con i suoi scorci straordinari e le rare specie botaniche, in una sapiente messa in scena tra arte e natura.
In Il teatro segreto pittura, scultura, objects trouvés, paraventi, manichini sono il bagaglio personale e inedito che Ferdinando Bruni e Antonio Marras mostrano ai nostri occhi.
Bruni installa tra gli affreschi della Galleria dieci grandi inediti dipinti del ciclo “Cria Cuervos”, un titolo che rimanda al film di Carlos Sáura del 1976 e a un proverbio spagnolo che ci ricorda come «il male che coltiviamo in noi, se non viene spurgato, ci si rivolterà contro».
In ai due grandi tavoli, invece, Antonio Marras ha popolato l’ambiente di memorie e di manichini dei quali non si conosce la provenienza, ma s’intuisce che si sono modellati su corpi di regine, di principesse, di donne.