Gli scatti fotografici di Aurelio Amendola fanno ammirare, fin nei minimi particolari, la bellezza della Pietà Bandini, uno dei capolavori più intensi e tormentati di Michelangelo.
La Pietà di Michelangelo. Lo sguardo di Aurelio Amendola fra naturalismo e astrazione
Il Museo dell’Opera del Duomo possiede uno dei capolavori di Michelangelo, la Pietà Bandini, recentemente oggetto di un attento restauro.
Terminato il restauro nel settembre 2021 l’Opera di Santa Maria del Fiore ha commissionato una campagna fotografica del gruppo scultoreo ad Aurelio Amendola, grande interprete dell’opera di Michelangelo e autore di fama mondiale.
Il frutto di questo lavoro viene presentato dal 9 settembre nella sala del Paradiso del Museo, dove per la prima volta viene realizzata un’esposizione.
In mostra trentadue immagini fotografiche in bianco e nero, stampate in grande formato (70 x 100 cm e 100 x 100).
Una sequenza d’immagini che da un lato tocca i sensi di chiunque osservi le sue foto, dall’altro, aiuta un occhio critico a scoprire dettagli inediti.
Gli scatti di Amendola aiutano a cogliere in tutta la sua complessità un lavoro che ha saputo restituire la bellezza a uno dei capolavori più intensi e tormentati del grande artista.
Esiste un rapporto speciale tra Aurelio Amendola (1938), uno dei fotografi italiani più eleganti del nostro tempo e abile sperimentatore di accostamenti inediti tra Antico e Contemporaneo e Michelangelo, di cui Amendola ha fotografato tutte le opere scultoree a partire dal primo libro del 1994.
Egli già aveva fotografato la Pietà Bandini nel 1997 e nel riprenderla, dopo il recente restauro, ha ricordato come La scultura è tutto per me, lavorando con le luci cerco di renderla viva, farla parlare. Questo è sempre stato il mio intento”.
Nel presentare la mostra il curatore Antonio Natali ha sottolineato il pregio del lavoro fotografico di Amendola: partendo dall’intero, avanza con l’obiettivo fotografico fino a incunearsi nei vuoti, nei sottosquadri, nei meandri d’una materia inquieta.
Vi si muove quasi fosse – il suo – un esame autoptico; e, come in una dissezione, scopre e mette a nudo piaghe anche ripulsive sfuggite all’occhio, com’è quell’immagine ripresa di lato, da destra, che denuda la sezione verticale della coscia, mozzata di netto, con l’impudica rivelazione d’un foro quadrato per il perno d’un trapianto dell’arto.