Un focus su La Madonna di Loreto, opera di Raffaello che vanta oltre cento copie note eseguite da grandi autori su tela, tavola, ma anche in forma di disegni e incisioni
La Madonna di Loreto di Raffaello Storia avventurosa e successo di un’opera.
Il Museo Pontificio Santa Casa, collocato nei piani superiori del braccio occidentale del Palazzo Apostolico, ospita opere di altissimo valore artistico, storico e culturale.
Le collezioni del Museo iniziano a formarsi alla fine del secolo XIX, quando vengono raccolti nelle Sale del lato occidentale del Palazzo apostolico, dipinti, oggetti, arredi, provenienti dal Santuario, in particolare le maioliche dell’antica Spezieria, e alcuni affreschi.
Ad essi si aggiungono gli ex voto, di un certo valore artistico, custoditi ed esposti nella Sala del Tesoro o Sala Pomarancio del Santuario (attualmente in restauro), scampati alla depredazione napoleonica del 1797 e al furto del 1974.
Dal 15 luglio il Museo ospita la mostra “La Madonna di Loreto di Raffaello – Storia avventurosa e successo di un’opera”.
Si tratta di una mostra originale che si pone l’obiettivo di trasmettere un racconto affascinante dello straordinario dipinto di Raffaello: la Madonna del Velo o Madonna di Loreto.
Si è in presenza di un capolavoro dell’artista, di cui nel 2020 si sono celebrati i 500 anni dalla morte, la cui fama crebbe a tal punto che sono oltre cento le copie note eseguite da grandi autori su tela, tavola, ma anche in forma di disegni e incisioni.
La mostra vuol narrare la storia di questa celebre opera, e delle principali sue riproduzioni, facendo leva sulla parte spettacolare ed emozionale, pur col rigore scientifico assicurato dalla supervisione e dal contributo dei Musei Vaticani.
Un’opera che ha conosciuto numerose vicissitudini, avventurose e al contempo misteriose, e tutte convergono nell’ipotesi che il nome, Madonna di Loreto (con cui è più noto l’originale raffaellesco, già esposto nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma) dipenda dal fatto che una sua pregevole replica fosse stata donata al Santuario della Santa Casa e collocata nella Sala del Tesoro tra il 1717 e il 1797.
Il dipinto è una rappresentazione della Santa Famiglia, alla quale ben si addice il titolo Madonna di Loreto, in quanto sembra ambientata proprio nella Casa di Nazareth, trasportata e venerata a Loreto.
Il percorso della mostra consta di tre tappe:
- la prima dedicata alla ricostruzione della storia della committenza dell’opera
- la seconda, nel monumentale Salone degli Svizzeri, l’ingresso in un contesto a forte impatto emozionale, favorito da una multivisione immersiva, attraverso la quale verranno narrati i dettagli e l’anima del dipinto e delle sue riproduzioni, alcune presenti in mostra, altre proposte virtualmente.
- Nella terza tappa sarà possibile visualizzare i dettagli più affascinanti di alcune opere grazie ad un Wall, uno schermo di oltre 3 metri ad altissima definizione.
Il visitatore potrà richiamare con il solo gesto della mano nell’aria, grazie alla tecnologia interattiva touchless, i contenuti della mostra, sperimentando l’illusione affascinante di toccare l’opera e di entrare virtualmente in rapporto intimo con essa.
La mostra di Loreto utilizza infatti le più innovative tecnologie multimediali, create e appositamente curate per la mostra dal multi vision designer Paolo Buroni e dal team della Stark di Cagli.