Nero, presenza o assenza? Una mostra al Museo di Burri, che affronta il tema dell’accessibilità dell’arte contemporanea per il pubblico con disabilità visiva.
LA LUCE DEL NERO
Gli Ex Seccatoi del Tabacco, inaugurati nel 1990, collocati nell’immediata periferia di Città di Castello, costituiscono un esemplare recupero di archeologia industriale operato per volontà di Alberto Burri.
L’artista li ha immaginati come luogo adatto ad ospitare le sue ultime creazioni e stabilmente sono esposte 128 opere realizzate fra il 1974 e il 1993.
A questa collezione permanente nel 2017 è stata aggiunta una sezione grafica con 196 opere create tra il 1957 e il 1994.
I grandi spazi degli ex Siccatoi permettono inoltre di organizzare mostre temporanee come la Luce del nero aperta il 15 aprile 2022, che inaugura la riapertura degli spazi degli ex Seccatoi del Tabacco dopo 7 anni di lavori che hanno integralmente riqualificato questi ambienti.
Si tratta di un evento in cui il tema del Nero che da buio, assenza, si rifà colore, è stato studiato per essere inclusivo del pubblico non vedente, oltre a offrire un’esperienza sensoriale immediata e fortemente stimolante a tutti i visitatori.
Il curatore Bruno Corà, Presidente della Fondazione Burri, fa notare come il nero per un lungo periodo, dal Medioevo al XVII secolo il suo statuto di colore, anzi era considerato la negazione del colore.
Va riconosciuto all’arte e agli artisti il merito di aver ridato al Nero la sua valenza cromatica.
Agli inizi del Novecento fondamentale è stata l’azione di Kazimir Malevič, autore del celebre Quadrato nero su fondo bianco” (1915), richiamato in mostra mediante una stampa che ne riproduce l’immagine.
Tra gli artisti della seconda metà del XX secolo, Burri tuttavia è colui che più di ogni altro ha usato il Nero, giungendo perfino a dipingere totalmente di nero gli Ex Seccatoi del Tabacco trasformando questi edifici industriali della sua città natale in sedi museali dei suoi grandi cicli pittorici.
Insieme a Burri hanno realizzato opere elaborate col nero anche artisti documentati in mostra, come Agnetti, Bassiri, Bendini, Castellani, Fontana, Hartung, Isgrò, Kounellis, Lo Savio, Morris, Nevelson, Nunzio, Parmiggiani, Schifano, Soulages e Tàpies.
Con intenzioni e valenze diverse, tutti sono stati capaci di suscitare nel visitatore stati d’animo, percezioni e sensazioni differenti.
Infine, all’insegna del Nero e della caecitas è rivolto anche il sentimento dei poeti per significare lo sguardo interiore della “veggenza” psichica e poetica all’opposto di quella fisica.
La mostra “La Luce del Nero” è stata realizzata nell’ambito del programma Europa Creativa con il progetto “Beam Up” (Blind Engagement In Accessible Museum Projects), che affronta in chiave internazionale e inclusiva il tema.