Una mostra che vuol essere un omaggio al lungo sodalizio tra tra Kounellis e la galleria Stein consolidato da 25 mostre.
Kounellis
MILANO – Galleria Christian Stein Corso Monforte 23
Dal 12/10/2022 al 21/01/2023
La Galleria Christian Stein, specializzata in arte contemporanea, è stata fondata a Torino nel 1966 da Margherita Stein (alias Christian Stein).
Gianfranco Benedetti la affiancherà a partire dal 1971, occupandosi successivamente anche dell’attività delle sedi aperte a Milano a partire dal 1985.
Nella sede milanese di corso Monforte dal 12 ottobre la galleria presenta la mostra Kounellis, con cui la galleria rende omaggio all’artista greco naturalizzato italiano Jannis Kounellis (1936-2017), attraverso una selezione di 7 opere che allestite assieme compongono un’unica inedita installazione corale dalle dimensioni ambientali all’interno della sala espositiva.
Jannis Kounellis espose per la prima volta alla Galleria Christian Stein nel 1967 in occasione della mostra collettiva Confronti.
Da quel momento galleria e artista hanno continuato a collaborare organizzando assieme più̀ di 25 mostre.
La Galleria è ancora oggi attivamente impegnata nella valorizzazione e nella circolazione della sua opera nel mondo.
Questa nuova esposizione riporta all’attenzione l’attività di Kounellis aprendo uno scorcio sull’immaginario dell’artista considerato uno dei principali esponenti del movimento dell’Arte povera e mettendo in luce elementi innovativi ed eredità della sua pratica artistica.
Dagli anni ’60 Jannis Kounellis decostruisce e riformula il linguaggio pittorico preferendo ai mezzi tradizionali della pittura una commistione di medium (performance, sculture, installazioni) e di materiali inusuali all’interno dello spazio espositivo.
Oggi, tornano in mostra le lastre di metallo, il carbone, la traccia di fumo sulla parete, la tela di juta, la campana, il cappotto, accompagnati da elementi meno consueti nella produzione dell’artista come il crogiolo e la cera.
Di questi si avvertono in sala perfino gli odori che costituiscono un vocabolario di immagini latenti risvegliando ricordi legati al nostro vissuto individuale e collettivo.
Lo spettatore è così obbligato a condividere lo ‘spazio di rappresentazione’ con l’opera che, proiettatasi oltre la tela, invade l’ambiente.