Pisa rende omaggio con una mostra al maestro della Street Art Keith Haring e alla sua presenza in città nel 1989, quando realizzò il murale “Tuttomondo”

KEITH HARING

Nel 1989 Keith Haring era a Pisa dove ha realizzato sulla parete esterna del Convento di Sant’Antonio un dipinto murale dal titolo Tuttomondo, esiste quindi un legame speciale tra Pisa e Haring (1958-1990).

Dal 12 Novembre Palazzo Blu ospita a Pisa una mostra dedicata all’arte e alla vita di Haring attraverso una ricca selezione di opere, con un focus su quel dipinto murale.

La mostra è organizzata da palazzo Blu in collaborazione con la Nakamura Keith Haring Collection, da cui provengono le oltre 170 opere esposte, e la Fondazione Pisa.

Ampiamente riconosciuto per le sue opere d’arte dai colori vivaci e giubilanti, l’arte di Haring presenta anche messaggi forti sulla nostra società.

In questa mostra il pubblico è invitato a scoprire un altro lato della sua creatività, il messaggio visivo dei caotici anni ’80 il quale, trasmesso attraverso la sua arte, continua a risuonare con noi oggi, 31 anni dopo la sua morte.

I sui iconici personaggi rendono la sua arte immediatamente riconoscibile e, al tempo stesso comprensibile.

Keith Haring ha vissuto gli sconvolgimenti della New York degli anni ’80.

L’economia americana era in cattive condizioni, soprattutto a New York, dove molti problemi sociali come la violenza, la droga, la discriminazione e la povertà affliggevano la città.

Senza Internet, telefoni cellulari o social media, Haring ha cercato di comunicare con un pubblico il più ampio possibile.

Per rendere l’arte disponibile a tutti, ha rotto la tradizione dell’arte e ha riversato tutto se stesso nel suo lavoro.

Purtroppo questo è durato solo poco tempo poiché Haring è morto per complicazioni legate all’AIDS all’età di soli 31 anni.

Rimane comunque la forza dei suoi messaggi in lavori dal forte accento espressivo e da una semplicità comunicativa che ha ampiamente anticipato i tempi.

Sono in mostra infatti anche un centinaio di manifesti con i disegni contenenti il suo contributo alla lotta per i diritti e per la lotta all’AIDS che poi il destino ha voluto essere la sua stessa causa di morte.