Dubuffet credeva alla forza dell’immaginazione e della fantasia in un’arte libera da orpelli accademici.
JEAN DUBUFFET: ardent celebration
Dal 25 febbraio 2022 il Museo Guggenheim di Bilbao presenta una mostra personale di Jean Dubuffet (1901–1985), uno degli artisti più significativi del XX secolo.
Peraltro a Dubuffet si deve anche il riconoscimento e la diffusione dell’Art Brut, da lui teorizzata e che presenta opere di persone con difficoltà mentali capaci però, nelle loro produzioni artistiche, di manifestare un’esplosione libera di sentimenti, fantasie e immaginazioni.
Un riconoscimento perfettamente in linea con l’esperienza artistica personale di Dubuffet.
Egli, infatti, iniziò a esporre dipinti che sfidavano i valori artistici radicati.
Rifiutava i principi del decoro e della bellezza classica, insieme alle pretese di competenza.
Invece, ha guardato al luogo comune e al non annunciato, impiegando materiali grezzi, argomenti banali e uno stile che rifiutava qualsiasi segno esteriore di formazione accademica.
In questo approccio, Dubuffet sfidava le norme che riteneva ostacolassero l’espressione autentica e svalutassero l’esperienza quotidiana.
Tuttavia, il suo obiettivo non era solo quello di rivelare quanto fossero logore le convenzioni culturali; voleva anche illustrare la vitalità della vita liberata da loro.
Durante tutta la sua carriera, la produzione di Dubuffet è stata caratterizzata da questo impulso, così come dal suo impegno nella critica della cultura.
Il suo lavoro degli anni Quaranta e Cinquanta invitava il pubblico a riconsiderare fondamentalmente il concetto di bellezza e dimostrava quanto potessero essere degne di ammirazione le cose ordinarie: rocce, fogli di alluminio accartocciati o vernice addensata.
Dagli anni ’60 fino alla metà degli anni ’70, Dubuffet ha mostrato il potenziale di avventura, creatività e scoperta che può essere liberato immergendosi nella fantasia.
Nell’ultimo decennio della sua vita, si è sforzato di ispirare un ripensamento delle strutture più elementari della mente, immaginando le possibilità di avvicinarsi al mondo senza i vincoli delle categorie dotte.