In mostra a Bologna Concerning Dante – Autonomous Cell di Jacopo Valentini, progetto vincitore di “Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere” – Sezione Under 35, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e Ministero della Cultura.
JACOPO VALENTINI Concerning Dante – Autonomous Cell
Dal 12 al 15 maggio Bologna propone la decima edizione di Art City programma speciale di mostre ed eventi speciali proposti da istituzioni culturali e gallerie diffuse nella città in occasione di Arte Fiera Bologna.
Tra queste la mostra Concerning Dante – Autonomous Cell di Jacopo Valentini al Museo Civico Medievale.
Nato a Modena nel 1990 Jacopo Valentini si è formato presso l’accademia svizzera di Architettura di Mendrisio, specializzandosi poi presso l’Università IUAV di Venezia con un Master in fotografia.
La mostra, a cura di Carlo Sala, propone un progetto fotografico di Valentini legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia.
Le opere dell’autore sono esposte lungo i tre piani della collezione permanente del museo, creando così un dialogo formale e ideale che in alcuni passaggi si fa particolarmente eloquente, come con la colossale statua realizzata da Manno di Bandino che ritrae papa Bonifacio VIII, personaggio centrale nei rivolgimenti politici fiorentini che provocarono l’esilio del poeta.
Uno degli aspetti preminenti che la ricerca di Valentini vuole far emergere sul rapporto tra testo letterario e paesaggio è come l’influenza del primo verso di quest’ultimo sia stata tale da condizionare la percezione dei luoghi.
A contribuire a questo processo è stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, di cui il fotografo si è approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg dedicati alla Divina Commedia.
Opere che collegano a luoghi che egli stesso ha ritratto.
La prima opera riletta è il Dante Istoriato di Federico Zuccari (1539-1609).
Valentini colloca le tavole dell’Inferno realizzate a matita da Zuccheri tra le vedute laviche di Lanzarote e i fumi delle solfatare dei Campi Flegrei, creando una analogia visiva tra finzione e realtà.
Il secondo contributo è quello di Alberto Martini (1876-1954), artista che ha sempre mantenuto un rapporto molto intenso con la Commedia.
Valentini ha lavorato alla Pinacoteca Martini di Oderzo, dove è conservato un corpus di 298 opere a tema dantesco realizzate dall’artista, la cui cifra stilistica si colloca tra simbolismo e surrealismo.
Infine, lo statunitense Robert Rauschenberg (1925-2008) che sul finire degli anni Cinquanta perfezionò la tecnica del “transfer a solvente” lavorando sulle immagini fotografiche delle riviste del tempo, poi riprese a matita e acquerello.
Illustrando la Commedia, Rauschenberg coglie il pretesto per parlare dell’attualità e, innestando sul poema temi di natura politica e sociale (tra i suoi personaggi figurano anche John Kennedy e Richard Nixon), sottolinea l’universalità del poema dantesco.
Tra le varie nature morte realizzate da Valentini spicca anche la fotografia che ritrae la prima edizione de La Divina Mimesis di Pasolini, un tentativo incompiuto di riscrittura della Commedia uscito postumo nel 1975, che all’interno della mostra è una sorta di omaggio al grande scrittore di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.