Italiani insensibili o giornalisti sciacalli?

(Fonte: mondoraro.org) – Gli italiani per molti tabloid esteri diventano persone insensibili, a seguito della diffusione televisiva a 3,5 milioni di persone dell’immagine di una madre a cui viene detto in un live show che la figlia era stato uccisa e che suo fratello ha confessato l’omicidio.Concetta Serrano, madre della 15 enne Sara Scazzi, nel programma RAI Chi l’ha visto che indaga sparizioni, si è vista leggere in diretta televisiva un rapporto di agenzia stampa che gli investigatori erano alla ricerca di un cadavere. La presentatrice ha letto la relazione alla Serrano e agli altri parenti, mentre l’espressione si trasformava in uno stato di shock profondo.Federica Sciarelli, ha chiesto se voleva  fermare il programma. La risposta fu: “E ‘meglio”. Ma la trasmissione continua per altri tre minuti, in piedi con alle spalle l’immagine della Serrano.

Un estratto di YouTube ha suscitato un fiume di proteste. Gli spettatori si sono detti disgustati, senza parole e sgomento. Uno ha scritto: “Devi essere senza cuore, per fare qualcosa di simile.”

Molti difendono la Sciarelli, come Claudietto, che scrisse: “La madre era in un programma TV ed’è entrato il giornalista leggere il comunicato, è il suo lavoro…” Miticacal si domanda: “Come mai gli investigatori l’hanno detto prima alla stampa e poi alla madre?”

Il responsabile del canale, Paolo Ruffini, ha dichiarato: “Il programma ha cercato di affrontare un argomento molto tragico nel modo più delicato possibile, e devo dire che il presentatore ha saputo gestire”. In realtà la notizia poteva essere comunicata alla madre a telecamere spente e poi ai telespettatori spiegare l’accaduto, non andando a ledere la sensibiltà dei parenti con inquadrature strette alla ricerca della lacrima e della disperazione.

Si ripresenta per l’opinione pubblica la questione della “notizia sensazionale”. la legittimità nell’entrare nel privato dolore di una madre, che apprende in diretta della morte della figlia scomparsa, si scontra con gli indici di share, di ascolto televisivo, che si trasformano in argomentazioni di vendita, prestigio e successo di un programma.

E la buona televisione dov’è? Il talento? La cultura proposta in modo accessibile, il buon giornalismo? Che i giornalisti siano “sciacalli” per natura (perchè il sistema cosi richiede)  è risaputo da tanto tempo, ma è anche vero che può esistere il buon giornalismo senza  “succhiare” il dolore degli altri.

 

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