Intervista a Beppe Carletti

I Nomadi nascono nel 1963 con la seguente formazione: Augusto Daolio (voce);Beppe Carletti (tastiere);Franco Mitili (chitarre);Gualberto Gelmini (sax);Leonardo Manfredini (batteria);Antonio Campari (basso).Nel 1965 esce il loro primo 45 giri “Donna la prima donna”/ “Giorni tristi”.Il gruppo attualmente è composto da cinque musicisti: Danilo,Beppe,Daniele,Massimo e Sergio. Sono stati autori di canzoni intramontabili,quali:”Una storia da raccontare”;So che non è un sogno”; “Auschwitz”; “Gli aironi”; “Dio è morto”; “Io voglio vivere”; e la famosissima “Io vagabondo”.Lo scorso anno I Nomadi hanno vinto la categoria gruppi con la canzone “Dove si va”,con la quale hanno inoltre vinto il premio “Radio TV”.In concomitanza con la partecipazione al festival,è uscito anche il trentesimo disco “Con me o contro di me”.

Lo scorso 11 Agosto,in occasione di un loro concerto tenutosi a Cittanova (RC) per la grande sagra dello “stocco” ho intervistato Beppe Carletti. L’intervista è stata realizzata presso la hall dell’hotel “Uliveto Principessa” di Cittanova.

D: Il 1994 segna il vostro incontro con il Dalai Lama,che rappresenta solo l’inizio di un rapporto destinato a durare nel tempo.Cosa ha trasmesso emotivamente ai Nomadi questo incontro con un uomo carismatico come il Dalai Lama?

R: L’hai gia detto!E’ un uomo carismatico,per noi è stata un’emozione grande.Siamo stati fortunati perché l’abbiamo incontrato non in mezzo a tanta gente. C’eravamo solo noi. Il nostro incontro è avvenuto nel nord dell’India dove lui vive in esilio praticamente da sempre. Si è trattenuto con noi per più di un’ora,e questa è stata senz’altro una grande esperienza. Ho ricevuto una così grande energia che quando mi sono alzato dal divano,dove ero seduto accanto a lui,pensavo di camminare sollevato da terra. Non so se è stata suggestione,chiamala come vuoi,ma è stato veramente un momento indimenticabile.

 

D: I Nomadi,hanno suonato le proprie ballate in ogni parte del mondo,dandosi sempre da fare per il sociale. Verso quali iniziative siete attualmente impegnati.

R: Il nostro impegno ora è rivolto al Madagascar,anche se poi non abbiamo abbandonato altri progetti,perché oltre al Madagascar siamo impegnati dal ’94 a Cuba e nel Tibet. Cerchiamo di portare avanti un po’ tutte le iniziative,grazie anche all’aiuto degli amici che vengono ai concerti. Nell’Ottobre scorso sono stato in Madagascar,per constatare personalmente ciò che ci siamo posti di realizzare. In tutte le parti del mondo c’è bisogno di essere presenti,non parlo solo di noi,c’è bisogno di tutto perché mentre noi viviamo in un terzo del mondo dove si sta bene, purtroppo nei due terzi del pianeta si sta molto male.

D: Nel 2005 sei stato nominato “Cavaliere della Repubblica” dall’allora Presidente C.A.Ciampi. Che emozione hai provato nel ricevere questa onorificenza?

R: Ho sempre pensato che la musica non arrivasse a darmi tanto,anche se è un attestato indirizzato a chi ha fatto qualcosa nella vita. Certo non si diventa ne più ricchi ne più belli!Però mi ha fatto veramente piacere e mi sono emozionato quando mi ha telefonato il sindaco del mio paese per comunicarmi che ero stato nominato “Cavaliere della Repubblica”. E’ stata veramente una grande soddisfazione,la musica mi ha dato anche questo,non è poco,in quanto c’è gente che ha lavorato una vita e non gli è mai stato riconosciuto niente,io invece che ho avuto la fortuna di fare musica sono stato premiato con tanti riconoscimenti quali appunto il Cavalierato della Repubblica.

D: Nel 2006 avete vinto il festival di Sanremo con il brano “Dove si va” che rappresenta il vero richiamo all’inutilità della guerra. Pensi che la forza della musica possa cambiare radicalmente il cuore di chi governa il mondo?

R: La musica può sensibilizzare ma non può sicuramente incitare alla pace. Diciamo che può risvegliare un po’ le coscienze,ma niente di più. Vedi,negli anni ’60 quando uscì Bob Dylan e cominciò a cantare,poi di seguito noi,Guccini e tanti altri, i ragazzi ascoltavano il nostro messaggio,ma nonostante ciò la guerra nel Vietnam è scoppiata lo stesso. Se non altro la canzone può svegliare sicuramente la coscienza dei ragazzi. Magari le nostre canzoni potessero portare la pace, saremmo sicuramente dei grandi!

D: Cosa ha contato e cosa conta tutt’ora per I Nomadi,la figura di Augusto Daolio?

R: Augusto insieme a me ha costruito una storia non dico la più bella,ma forse unica in Italia e anche nel mondo. Poi per volere del destino Augusto ci ha lasciato e quindi si va avanti con il pensiero rivolto a lui. Comunque ha dato tanto da vivo e tanto anche adesso che non c’è più. Chiaramente ero abituato a vivere con lui,abbiamo condiviso trent’anni della nostra vita,ma è rimasto nel mio cuore come nel cuore di tanta gente che dimostra tutto questo affetto nei nostri concerti.

D: Nel frattempo è passata la mezzanotte e siamo al 12 Agosto,il giorno del tuo compleanno.Tornando indietro nel tempo pensi di aver seminato e raccolto bene?

R: Penso di aver raccolto sempre benissimo,non so però se sono stato bravo a seminare!Sto comunque raccogliendo tanto con grandi soddisfazioni che non mi sarei mai aspettato di avere nella vita. Credo anche di aver avuto tanto forse anche più di quello che meritavo e che merito.Insieme al gruppo stiamo lavorando ancora perché non viviamo solo di quello che è stato fatto nel passato,tutti i giorni aggiungiamo qualcosa alla storia de I Nomadi,e questo ci viene riconosciuto.

Ringrazio per questa intervista Beppe Carletti,il promoter Maurizio Dinelli e lo staff dell’hotel “Uliveto Principessa”di Cittanova.

(Intervista a cura di Loredana Rizzo)

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