L’arte giapponese del lavoro ad inchiostro dal Duecento a oggi in mostra a Perugia.
In punta di pennello. Natura e cultura nell’arte giapponese
Da sabato 8 ottobre, nella Galleria tesori d’arte della Fondazione per l’Istruzione Agraria, ospitata nel Complesso Monumentale di San Pietro di Perugia si inaugura la mostra In punta di pennello. Natura e cultura nell’arte giapponese, promossa da CAMS – Centro di Ateneo per i Musei Scientifici, Università degli Studi di Perugia e Fondazione per l’Istruzione Agraria.
Vengono proposti i diversi aspetti della cultura giapponese collegati con la pittura ad inchiostro, la mostra presenta più di cinquanta opere d’arte dal Duecento ad oggi all’interno di un più ampio progetto culturale che prevede conferenze e workshop per coinvolgere gli appassionati e il pubblico più giovane che potrà provare diverse tecniche artistiche dell’arte orientale.
Introdotta idealmente da Hokusai – l’artista giapponese più noto in occidente – la
mostra si sviluppa attraverso dieci sezioni in cui le opere e i manufatti esposti sono virtualmente presentati e spiegati attraverso dei video animati da alcuni dei più famosi personaggi della storia della cultura giapponese.
L’arte della calligrafia è introdotta da un’opera attribuita a Yishan Yining – IssanIchinei, il monaco cinese che nel XIII secolo diffuse lo Zen tra i samurai e i feudatari nipponici.
Matsuo Bashō, il più famoso poeta giapponese, spiega perché una sua lettera in mostra è trattata come un’opera d’arte.
Maruyama Ōkyo, il pittore più influente del Settecento giapponese, partendo da una sua pittura raffigurante un gallo e una gallina presenta i caratteri della sua scuola di pittura accademica basata sull’osservazione dal vero.
Sesson Shukei, il più grande pittore del Cinquecento giapponese illustra, a partire da un’opera a lui attribuita, la tradizione dei paesaggi realizzati con le macchie di inchiostro.
La pittura zen è rappresentata, tra l’altro, da un Enso o cerchio dell’illuminazione, dipinto da Kobori Enshū nel Seicento.
Watanabe Seitei, il pittore che sbalordì nel 1878 gli impressionisti con le sue capacità tecniche, è presente in mostra con un dittico e con un taccuino di disegni.