Un progetto espositivo che si inserisce nel programma Venere divina. Armonia sulla terra ideato da Fondazione Palazzo Te di riflessione sul femminile.
Il mito di Venere a Palazzo Te
Il mito Venere a Palazzo Te dà il via all’atteso programma espositivo 2021 di Fondazione Palazzo Te Venere divina. Armonia sulla terra.
La proposta di un itinerario tematico all’interno di Palazzo Te alla scoperta di Venere è un’avventura avvincente.
L’immagine della dea spicca in modo nuovo tra le altre figurazioni ideate da Giulio Romano e allievi, grazie al potenziamento e a un orientamento dell’impianto di illuminazione, studiato ad hoc con la collaborazione di Guzzini.
Venere è una divinità dell’Olimpo greco dalle numerose sfaccettature.
La più bella tra le dee, a giudizio di Paride, esprime i valori più profondi della natura: dalla fecondità propria della Venere genitrice, alla Venere Anadiomene che nasce dal mare, fino alla sublimazione della Venere celeste.
La presenza di Venere come protagonista delle decorazioni di Palazzo Te, in passato definito il “sacrario di Venere”, esprime il carattere ancestrale di questa divinità.
Gli aspetti che la contraddistinguono, in alcuni casi anche in contrasto tra loro, si possono ritrovare nelle diverse rappresentazioni della dimora cinquecentesca: la Venere pudica, la Venere Velata, la Venere Vincitrice e le innumerevoli favole mitologiche.
Venere è espressione di concetti astratti quali la bellezza, l’amore, l’eros, la Natura, la Primavera, la fecondità, ma può anche dare forma a personaggi delle favole antiche, come Arianna, Olimpiade, Psiche, Antiope o le ninfe dei boschi e le nereidi.
Per queste ragioni Venere trova la sua più naturale collocazione a Palazzo Te, una dimora immersa nella Natura sull’isola del Tejeto ai margini di Mantova, un luogo di otia/ozi, come ricorda l’iscrizione sul cornicione della camera di Amore e Psiche, uno degli ambienti della dimora più ampiamente decorato da Giulio Romano e i suoi allievi.
Il percorso espositivo include le due opere legate alla produzione di Giulio Romano, in prestito a Palazzo Te dal Palazzo Ducale di Mantova: la splendida scultura Afrodite velata del II secolo avanti Cristo e l’arazzo con una ninfa spiata da un satiro e putti che giocano tessuto fiammingo su disegno di Giulio Romano.