La grande mostra estiva al Castello del Buonconsiglio dedicata alle grandi storie del più sontuoso Settecento veneziano.
I COLORI DELLA SERENISSIMA. Pittura veneta del Settecento in Trentino
Dal due luglio 2022 settanta opere, molte di grandi dimensioni, arriveranno (alcune torneranno) a Trento da musei e collezioni europee e statunitensi non solo per conquistare con la loro bellezza ma per documentare, per la prima volta in modo realmente ampio, l’influsso dell’arte veneziana nelle vallate del Trentino.
Sono dipinti che ornavano palazzi e chiese di queste vallate e che tempo, guerre, vicende familiari hanno disperso.
Ora tornano nei saloni del Magno Palazzo dei Principi Vescovi di Trento, il Buonconsiglio, merito della tenacia con cui i curatori hanno inseguito le loro tracce, scovandole infine in musei o sul mercato antiquario internazionale, riuscendo a riunirle e, in alcuni casi, a ricomporle, in una esposizione dove ricerca scientifica e spettacolarità esprimono un perfetto connubio.
I COLORI DELLA SERENISSIMA. Pittura veneta del Settecento in Trentino, mostra curata da Andrea Tomezzoli dell’Università degli Studi di Padova e Denis Ton del Castello del Buonconsiglio, vuole fornire un quadro delle presenze di artisti e di opere di maestri veneti nei territori del trentino e del Tirolo meridionale tra la fine del Seicento e il Settecento.
La mostra farà conoscere l’intensità di scambi con la Serenissima che si possono ben comprendere per motivazioni storiche, per ragioni di gusto, per gli interessi e la formazione culturale dei committenti, per le relazioni che le comunità locali hanno intrattenuto con i principali centri della Repubblica di Venezia.
Verrà in particolare evidenziata la duplice direzione di queste relazioni:
- da un lato con l’arrivo di opere d’arte inviate da Venezia o con la presenza di artisti veneti in Trentino;
- dall’altra con soggiorni di formazione di pittori del Principato Vescovile nei due centri principali della Repubblica Veneta, ovvero la capitale e Verona.
Si tratterà di una mostra che secondo il curatore Denis Ton costituisce l’occasione per allargare lo sguardo e annodare fra loro con un filo rosso le opere sul territorio di artisti come Fontebasso o Giambattista Pittoni e Gaspare Diziani.
Su tutti prende rilievo la presenza di Antonio e Francesco Guardi, indiscussi protagonisti della stagione pittorica tardo-settecentesca veneziana, ma con le proprie radici familiari in Val di Sole, dove torneranno più volte.